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Gesù passò la notte in orazione.
Lc 6, 12-16

Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.  

Gesù lascia la compagnia ,si eleva (se ne va sul monte a pregare) a Dio. Noi tutti sappiamo che Gesù è Dio, che Gesù e il Padre sono una cosa sola. Egli se ne va per pregare e prepararsi per l’indomani! Chi altro potrà mai Egli invocare e a Chi può Egli innalzare le Sue orazioni?

Lo Spirito Supremo (Spirito creatore) su questa Terra  porta, un corpo di carne e di sangue (Gesù), dai quali la Sua anima (di Gesù) si è sviluppata come la nostra, per essere atta a raggiungere la piena unione con lo Spirito divino.  In Gesù soltanto lo Spirito in Lui è Dio, tutto il rimanente invece è uomo, come noi pure siamo uomini. Se Egli prega, ciò non vuol dire altro dunque che Egli, il Suo corpo, lo fa compenetrare del tutto dal Suo Spirito primordiale ed eterno, che siamo soliti chiamare Padre.

In Gesù uomo è presente il Verbo, la Parola, la Luce, la Sapienza di Dio. Ma come la Luce deriva dalla fiamma del fuoco dell’amore di Dio, così il Verbo, o la Parola per meglio intenderci, non può che provenire da un precedente Pensiero.

Anche dalla nostra esperienza si capisce che non tutti i pensieri sono tramutati in parole. Ecco che allora, il Verbo, chiede di essere messo a conoscenza dal Pensiero, ciò di cui ha bisogno in determinate situazioni. Amore (Padre) e Sapienza (Figlio) sono strettamente uniti e si alimentano reciprocamente.

Quindi non tutto ciò che il Padre conosce è posto alla Luce tramite la Parola, pur essendo il  Figlio nel Padre, la Sapienza nell’Amore, la Fiamma nel Fuoco, e la Parola nel Pensiero, e viceversa.

La preghiera di Gesù al Padre è da intendersi come un colloquio dove Gesù chiede allo Spirito del Padre, presente nella Sua pienezza in Gesù, le cose più intime che il Padre non ha ancora rivelato a Gesù.

E’ certo che Gesù tenta di raccordare alla perfezione la sua natura umana con la natura divina del Padre che è presente in Lui, ma ci sono delle cose, che neanche il Figlio conosce. Per questo Gesù prega, chiedendo queste cose che sono solo nel “nucleo” più intimo del Padre.

L’indomani doveva scegliere i dodici apostoli; da questa decisione sarebbero scaturite conseguenze per tutta l’umanità. Quale occasione più propizia per conoscere i più intimi progetti del Padre?

Siamo mai rimasti svegli parte della notte, magari rigirandoci sul letto, per trovare una soluzione ad un problema che ci angoscia?

E quante volte abbiamo tentato di far combaciare la nostra volontà con quella del Signore?

Il Padre parla al cuore. Là dove c’è qualcosa che è simile all’essenza del Padre.

Date vigore alla fiammella della vostra anima, e la luce che ne deriverà sarà la soluzione alle vostre angosce.