Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi
ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i
propri amici.
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più
servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho
chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto
conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché
andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello
che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».
L’amore al Padre deve essere totale. L’anima spinge, la mente
comprende, il cuore agisce.
Così l’amore al Padre è tangibile solo attraverso l’amore al
fratello.
Come amare il fratello? E’ Gesù che ce lo dice:così come Io ho
amato voi.
Gesù ci ha visti piccoli, poveri, bisognosi di aiuto e ha fatto di tutto
per aiutarci, per salvarci, per farci crescere. Amiamo come Gesù ha amato
noi, ecco il termine di paragone; Accettiamoci nei nostri limiti, non
condannandoci per le nostre debolezze ma cerchiamo di riempire le lacune,
e prendiamoci per mano, in braccio, nei momenti più difficili. Aiutiamo
chi ne ha bisogno perché la rivelazione sta soltanto nell’amore del nostro cuore e del nostro
spirito! Se esercitiamo l’amore, allora dalla fiamma di tale amore ci
verrà una luce, ma non dalla bocca dei bisognosi, ma bensì dallo Spirito
di Dio che è in noi. E allora ci chiamerà, e non più servi, perché chi lo desidera veramente può entrare,
piano piano secondo il proprio grado di comprensione, nei misteri dei
cieli. Siamo stati scelti per portare frutto, e ciò che porta frutto non
sono le parole, ma le opere compiute con vera gioia. Le opere compiute
solo per timore non procurano all’anima nessun beneficio, così come
nessun miglioramento delle sue condizioni.