Gesù
disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le
piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che
ormai l'estate è vicina.
Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno
di Dio è vicino.
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia
avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
A
questi versetti di Luca non venne quasi mai dato un valore apocalittico
universale perché seguono direttamente la predizione di Gerusalemme. Ma
ci si rende conto che i due eventi sono distinti e che in origine dovevano
essere separati e solo poi, con le ripetute copiature, sono finiti vicini. Il Vangelo di Matteo (24,29-35) ci riporta queste parole di Gesù:
“...dopo la tribolazione di quei giorni il sole si oscurerà, e la
luna non darà più la sua luce, e cadranno dal cielo le stelle (rocce
catapultate e rese incandescenti dall’attrito dell’atmosfera) ... e
piangeranno tutte le tribù della terra... In verità vi dico: non passerà
questa generazione (la generazione dei figli degli uomini sempre in
contrapposizione alla generazione dei Figli puri di Dio) che non siano
adempiute tutte queste cose. Il cielo e la Terra passeranno (si
chiuderà un’epoca), ma le Mie parole non passeranno mai (cioè
sono verità assolute)...”.
Cercare
di capire se siamo destinati
ad assistere come attori o meri spettatori ai futuri segni della Potenza
di Dio dipende solo da noi. Le Parole del Signore, comprese le Se
promesse, non rimarranno parole vuote.
Noi non
possiamo cambiare il mondo, solo Dio può farlo, ma quello che Lui ci ha
chiesto è di glorificarlo obbedendo alla Sua Parola e comunicarla ad
altri nel suo amore. Il
valore di noi tutti come persone è legato alla nostra relazione con Lui
ed al fatto che se Lo amiamo saremo con Lui al Suo ritorno.
Il
capitolo termina facendo menzione alla gente che si alzava presto per
andarLo ad ascoltare; questo perché le Sue parole, pur essendo dure,
avevano in sé la speranza.