Gesù,
partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del
fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava
loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a
Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli
rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha
permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi
questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e
femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a
sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due,
ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse
loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette
adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro,
commette adulterio».
Non commettere adulterio. Questo era il comandamento di Dio dato
attraverso la Legge di Mosè.
Non
commettere adulterio non vuol dire non
commettere atti impuri, ma non
falsificare un patto sacro. Ma l'adulterio non significa
solamente la sostituzione del primo partner, scelto come compagno per
tutta la propria vita terrena e poi sostituito con altra persona!
Il sesto comandamento riguarda, oltre all'adulterio
nella coppia, ogni falsificazione o adulterazione della legge divina,
insita nel profondo dell'uomo e cambiata poi dall'uomo stesso per
perseguire un suo piacere personale.
Ogni adulterazione della legge divina è un atto
impuro e non solo qualche atto sessuale. La Chiesa non adulteri i
Comandamenti del Signore, ma sia trasmettitrice della Vera Parola.
Adulterio provoca adulterio...
Gesù viene oggi interrogato e allo stesso tempo
tentato dai farisei, rispondendo nei modi adeguati. Vi anticipo che ai farisei e, successivamente ai
discepoli, Gesù non rispose usando gli stessi termini.
Gesù disse ai farisei: "Chi divorzia dalla
propria moglie –sia pure a causa della malvagia fornicazione della
stessa – e ne sposa un’altra, commette adulterio; ed altresì si rende
adultero colui che sposa la donna che è stata ripudiata."
Questa frase, detta di fronte ai farisei, non tutti
le compresero e, forse, neanche noi siamo in grado di comprenderle.
Tuttavia, ora noi dobbiamo comprenderle, ed anche le
comprenderemo.
Si intende da sé che il Signore Dio, per mezzo di
Mosè, non avrebbe mai dichiarato ammissibile l’atto del divorzio,
qualora non fosse risultata al Signore la necessità in casi ben motivati.
Ma i farisei stavano abusando impunemente
dell’atto di divorzio, anche fomentando il malcontento nelle coppie
felici; questo si spiega in quanto la sentenza di divorzio, che era
spettanza dei sacerdoti, costava molto denaro, e appunto qui si nasconde
il motivo per cui i divorzi erano così frequenti e il perché Gesù abbia
posto sotto questo aspetto dinanzi agli occhi dei farisei la legge
originaria di Dio.
Nel caso quindi del ripudio di una donna, la quale
è evidentemente un'adultera, ci si può senz'altro separare chiedendo il
divorzio, però non è lecito passare ad altre nozze mentre lei vive
ancora! Infatti, non si può sapere se la donna ripudiata un giorno non si
ravveda e non ritorni pentita a casa, con ciò si acquisterebbe una donna
migliore e fedele. Se invece nel frattempo se ne sposasse un'altra, e la
prima moglie ritornasse poi migliorata
e pentita, non ci sarebbe più possibile riaccoglierla a causa della
seconda moglie.
E’ chiaro che questo sarebbe qualcosa di peggio
per lo sposo e di peggio ancora per le mogli, ormai due di numero, perché con la prima non si potrebbe
essere misericordioso, né d'altro canto sarebbe possibile divorziare
dalla seconda, eppure si deve essere misericordiosi come lo è il Padre
nel Cielo.
Ma se noi non possiamo mettere in pratica la
misericordia, cosa siamo allora, e che cosa vogliamo fare per restare nei
limiti dell’ Ordine divino?
Se la nostra natura è esuberante e gli impulsi sono
potenti, si torni con il pensiero al comportamento degli antichi padri.
Nel nostro cuore si cerchi di essere fedele a Dio e guardiamoci bene dalla lussuria,
dall'impudicizia e dalla fornicazione. Infatti, né i fornicatori né gli
adulteri entreranno nel Regno di Dio.