I farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi,
si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò
per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande
comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con
tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e
primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo
prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la
Legge e i Profeti».
Undicesimo e dodicesimo comandamento.
Sono i comandamenti che portano a compimento tutta la legge.
Ci si chiede come deve essere l'amore verso il Signore. Siamo cristiani, di Cristo, ma definirlo amore, in taluni casi, è esagerato. Il Creatore ha basato tutta la nostra esistenza sulla “famiglia” per farci comprendere quanto sia difficile il suo compito di educarci a figli e per edificare un felice e costruttivo rapporto con il nostro coniuge, il “prossimo” più vicino alla nostra persona. Il fatto di essere sposati con la controparte (moglie o marito) non è condizione sufficiente per essere felici e innamorati.
Essere battezzati, e aver ricevuto tutti i sacramenti, non è condizione sufficiente per poter dire: “amo il mio Signore con tutto me stesso”.
Ma cosa ci chiede il Signore? Di amarLo come si ama uno Sposo. Ci invita al banchetto nuziale come Sua sposa, ma siamo proprio sicuri che non Lo sposiamo solo per abitudine, solo per comodità?
Manca l'amore, manca l'affidamento totale, manca la fiducia. Il Signore resta il compagno fedele, ma i nostri amori sono ben altri.
Ben che vada lo andiamo a visitare la domenica, non sappiamo neanche che lo possiamo trovare ogni singolo momento nel nostro cuore. No, troppo intimo, troppo presente, troppo pesante.
Ma l'amore è proprio questo, presenza continua, unicità di pensiero, di intento.
L'amore verso il Signore deve essere tale e quale a quello che proviamo per il nostro innamorato/a.
Il cuore che batte all'impazzata, con l'unico desiderio di abbracciarLo, e di stringere, stringere e ancora stringere per avere la certezza che non ci sfugga di mano.
Lui non aspetta altro, ma rispetta i nostri tempi. Una volta raggiunta questa intimità con il Signore, ci accorgeremo come ogni nostro fratello sia uno specchio, più o meno splendente, che riflette l'immagine del Signore.
E ci adopereremo affinché l'immagine riflessa sia sempre più evidente anche agli occhi degli altri.
Il dottore della legge mette alla prova Gesù, un po’ come facciamo noi con le nostre richieste. E come
risposta, al dottore della legge arriva la risposta: “ama il tuo Dio,
e non metterLo alla prova.”
E così come il tuo Dio, non mettere alla prova
neanche il tuo prossimo. Amalo.
Amare, amare, ma cosa significa? Si sa che è
difficile essere allo stesso tempo “giusto e misericordioso” verso gli
altri. Quando essere giusto, e quando essere misericordioso?
La risposta ce la da il Signore Stesso:
“Siate giusti con voi stessi e
misericordiosi verso gli altri.”
Ecco l’amore.