Alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua. |
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Mc 2, 1-12 |
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Dopo alcuni giorni Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao. Si seppe
che era in casa e si radunarono tante
persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli
annunziava loro la parola.
Gesù torna a Cafarnao, da Nazareth, poco dopo aver risuscitato la figlia di Giairo, il rettore delle sinagoghe di Cafarnao, Nazareth e delle cittadine circostanti. Giairo aveva la stessa carica (rettore) che Nicodemo esercitava in Gerusalemme. Si affollò molta gente, intorno a questa casa nei dintorni di Cafarnao, dopo aver sentito del miracolo della guarigione di Sara, la figlia di Giairo. Gente di tutti i tipi; credenti, meno credenti, curiosi, tentatori. Anche molti farisei, che avevano riscosso la simpatia del Signore per il miracolo appena accennato. Immaginatevi la scena: alcuni portantini, e un paralitico steso sul lettuccio. La possibilità sulla riuscita dell’incontro con il Signore sembravano nulle. Penso che abbiano percorso il perimetro della casa e, arrampicatisi
sopra le mura con delle scale, siano arrivati al tetto. Nelle case dei
pescatori esso era composto da travi di legno come supporto e dei giunchi
per coprire bene il tutto. Se per la porta principale non si entra (porta fisica, intendo, non spirituale) si deve cercare la via più diretta per arrivare al Signore; dall’alto dei propri sentimenti. Poi con le funi dell’umiltà, calano il paralitico proprio di fronte al Signore. Vedete, i portantini non si deprimono al fatto che per la porta principale non si arriva a Gesù. Vagliano, cercano, trovano la via più adatta per loro. Gesù, vista la costanza con cui si sono applicati quattro (vista la loro fede) accolse il paralitico. Non penso che la remissione dei peccati sia merito della fede dei portantini. C’è sempre qualcuno che ci conduce a Gesù, magari che ci trascina, ma poi dipende da noi stessi credere o non credere in Cristo. Chi crede
si meraviglia e loda Dio, chi non crede pensa (e non parla): "Perchè
costui parla cosi?" Ma
il Signore parla con determinate parole (“I tuoi peccati ti sono
perdonati!”) unicamente allo scopo per mettere alla prova,
nell’intimo dei loro pensieri, i farisei, i quali, dalla resurrezione
della figlia di Giairo, avevano incominciato a propendere per il Signore,
come medico particolarmente dotato, ma assolutamente senza alcuna Forza
divina. Secondo questi tali, il potere
divino non operava che nei sacerdoti, leviti, farisei e scribi, ed anche
in questi casi, e soltanto nel Tempio di Gerusalemme. Ma con un portentoso “alzati
e cammina!”, da una parte il paralitico riacquista forza e vigore e
testimonia la guarigione alla sua casa portandosi dietro il lettuccio;
dall’altra il popolo che era là presente, cominciò ad alta voce a
glorificare e a lodare Dio per aver concesso ad un uomo una tale forza e
potenza. Questo avvenimento rafforzò di nuovo i farisei e gli scribi là
presenti, in modo che essi rinunciarono nuovamente ai loro maligni
pensieri, riscontrando che solo Dio poteva sapere come Gesù compisse tali
miracoli. Sembra un grande avvenimento senza tanti nomi, se
non quello di Gesù. Dovete sapere però che uno dei portantini era Matteo
il pubblicano, che aveva una gabella a due ore di cammino da Cafarnao. Il paralitico era lo zio, fratello di sua madre,
infermo ormai da otto anni. Ecco che il fatto accaduto prende un’altra
piega; nelle azioni che Gesù compie, esso ha ben sempre stampato nel
cuore sia il nome che lo stato dell’anima di chi ha di fronte. Anche ora, legge nel mio e nel tuo cuore, e al tempo
stabilito, ci dirà come al paralitico “Ti sono rimessi i peccati”
o “Alzati, ricorda sempre chi eri e chi sei ora, e testimonia nella
tua casa”. Ma potrebbe anche avvenire che ci dica un perentorio
“seguiMi!, come disse poche ore più tardi arrivando alla Gabella dove
era ritornato Matteo, il pubblicano. Stiamo pronti, la chiamata è alle porte.
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