Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco
guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il
discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come
il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non
t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello:
Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la
trave che è nel tuo? Ipòcrita, togli prima la trave dal tuo occhio e
allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo
fratello».
Analizzando attentamente
questo brano del Vangelo, salta in mente la frase: “ognuno ben preparato sarà come il suo maestro”.
Ogni discepolo di Cristo
valuti è in grado di valutare se il proprio maestro è “un buon maestro”
Si comprende certo da sé che colui il quale vuole essere da guida al cieco, è opportuno che ci veda egli stesso se non vuole cadere nella stessa fossa assieme a colui che guida.
Chi è preposto ad insegnare alle altre persone, non insegni loro soltanto con sagge parole bene disposte, come fanno anche i farisei ed altri falsi profeti, ma sia di esempio vivente con le sue azioni ed opere, poiché soltanto così potrà smuovere chi l’ascolta a seguirlo in modo vero e vivente.
Il Signore stava educando i suoi apostoli come futuri insegnanti, è per questo motivo che mostrava e spiegava tante e così straordinarie cose; ciascun insegnante perfetto deve dunque venire prima egli stesso istruito da Dio così come anche noi ora veniamo istruiti da Dio.
E’ il Padre nel Cielo deve educare l’insegnante, altrimenti egli non può pervenire alla Verità in tutta la profondità della sua luce; ma chi non perviene a questa, e con ciò non diventa egli stesso luce, come gli sarà poi possibile illuminare la notte del suo prossimo?
Ciò che deve illuminare la notte e convertirla nel giorno, deve essere in se stesso una luce come il sole che sorge. Ma se il sole fosse tenebroso e nero come il carbone, potrebbe trasformare la notte della Terra nel più splendido giorno?
Il Vangelo può venire annunciato, con vantaggio e benedizione, agli altri uomini solo per mezzo di coloro i quali possiedono in piena misura quelle caratteristiche che prima ho chiaramente qualificato come necessarie a chi si vuole dedicare ad un tale ministero.
Chi vuole insegnare efficacemente al suo fratello, deve dapprima togliere la trave dal proprio occhio e solo dopo dire pieno di amore: “Mio carissimo fratello, io vedo che una pagliuzza infastidisce il tuo occhio. Lasciami venire da te, affinché te la tolga delicatamente!”. Così ogni lezione che i fratelli si impartiranno reciprocamente, sarà colma del più meraviglioso effetto. Ma se dei fratelli vogliono solo mostrare con il loro insegnamento spesso indesiderato che ognuno di loro è il più sapiente ed il migliore, allora anche il più eccellente insegnamento è inutile e rende tutto peggiore.
Ogni insegnamento, buono o cattivo, può avere un cammino. Ogni insegnamento è utile a coloro che cercano una mano terrena che li guidi.
Gesti, parole, dogmi, tutte spiegazioni limitate, ma servono all’inizio per attirare l’attenzione dei fedeli.
"Poi Io prendo per mano chi ha voglia di camminare ed avanzare."