In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
Gesù parla di Cafarnao. Al Signore piaceva dimorare in Cafarnao, sulle sponde del lago di Galilea. Grande onore, grande responsabilità per quel luogo e per i suoi abitanti. Egli si era manifestato molti miracoli e nonostante tutto era stato rifiutato. La città era dedita agli affari e al commercio e, in questo posto, vi era poca fede e meno ancora amore. Infatti, là dove il commercio e gli affari tengono occupati gli uomini, non vi è più posto per la fede e per l’amore e dove questi ultimi sono venuti meno, Gesù può fare poco o niente.
discepoli naturalmente avranno avuto da mormorare su quanto detto da Gesù. Essi stessi infatti erano di Cafarnao È bensì vero che là Egli ha trovato meno fede che in qualsiasi altro luogo di quella zona, ma ad ogni modo alcuni Lo hanno pure accolto e riconosciuto come il vero Figlio di Dio e Intermediario degli
Ebrei.
Cosa è Corazim, cos’è Betsaida e cos’è Cafarnao? Queste città rappresentano semplicemente coloro che non vogliono accogliere la Dottrina di Cristo e, nonostante tutti i segni operati, non vogliono credere che Esso è il Messia promesso, venuto a questo mondo.
Non meravigliatevi. Cafarnao è il nostro cuore. Gesù desidererebbe prendervi stabilmente dimora. La Luce crea responsabilità. Nonostante Gesù abbia regalato alla nostra vita molti miracoli, noi Lo abbiamo rifiutato.
Noi….cristiani…. continuiamo a rifiutarLo. Quante cose ci sono da sbrigare in Cafarnao (nel nostro cuore) prima di accettare ciò che dice il Signore. Non rimane neanche un angolo per ospitarLo. Ci fosse almeno un angolo, Lui si umilierebbe ad aspettare una nostra chiamata.
Quando saremo capitati in grande miseria, solo allora si dimostrerà se siamo dei cristiani viventi oppure se ci definiamo cristiani formali che poi falliscono, quando invece dovrebbero affermarsi.
Questo tempo verrà su di noi, in cui ci può aiutare solamente una fede viva, in cui ci dobbiamo affermare, in cui la Forza della fede dev’essere messa alla prova, che appunto soltanto una viva fede può avere. La maggioranza degli uomini si trova solo in una fede formale; non rifiutano ciò che veniva loro insegnato, ma non si sono ancora mentalmente occupati seriamente con gli insegnamenti. E quando arriveranno una volta al punto che vengono indotti ad invocare il loro Dio e Creatore, allora Lo cercheranno nella lontananza perché non hanno ancora nessuna comunione con Lui, una comunione che ha l’effetto del sentimento della Presenza di Dio. Finché questo sentimento non è ancora nell’uomo, Dio non E’ ancora diventato vivente in loro, e la fede in Dio è soltanto un vuoto modo di parlare, perché non la possiede. Solo il sentimento della Presenza di Dio contrassegna un cristiano vivente e costui possederà poi anche la forza della fede, che in grandi miserie gli fanno prendere la via verso il Padre e chiedere l’Aiuto a Lui.
Verrà molta sofferenza e miseria sugli uomini, appunto per mettere alla prova la loro fede. Non dipende dalla confessione, perché ognuna comprendere dei seguaci vivi e morti, uomini che hanno stabilito un intimo legame con Dio, e tali, ai quali Dio E’ e rimane lontano, il quale conoscono bensì con il Nome, ma loro stessi non hanno ancora nessun legame con Lui, per invocarLo per l’Assistenza in casi di improvvisa miseria. Ma la miseria verrà, deve venire per via degli uomini che camminano indifferenti e non si sono ancora decisi, come si devono predisporre verso il loro Dio e Creatore dall’Eternità. Deve venire sugli uomini che credono di essere cristiani e lo sono soltanto secondo il nome. Da tutti viene pretesa una dichiarazione per Gesù Cristo, ed una tale dichiarazione può emettere soltanto l’uomo, che si trova nella fede viva, ,a non coloro che sanno soltanto di Lui, ma non hanno ancora stabilito il giusto rapporto con Lui, che Egli esige, per poter Essere il loro Redentore dal peccato e dalla morte.
Ogni uomo può una volta decidersi per il giusto rapporto verso di Lui, e lo dovrebbe fare nella libera volontà, perché la vita terrena gli fornisce sempre di nuovo l’occasione per questa decisione. Ma chi è pigro, chi rimane sempre soltanto un cristiano formale, cioè che sa bene del divino Redentore, ma non ha mai approfittato del Suo Amore e della sua Grazia, per venir redento dal suo stato legato, chi non ha mai parlato come un figlio con suo Padre, dovrà dapprima passare attraverso sofferenze e miserie, per trovare la via verso di Lui; dovrà dapprima venir colpito così sensibilmente, che gli rimane soltanto ancora una via d’uscita, di rifugiarsi in Dio in Gesù Cristo e con ciò dichiarare, che crede vivamente in Lui, mentre il cristiano formale perde sovente ancora la sua insipida fede, quando le cose si fanno difficili e con ciò dimostrare, che non ha avuto ancora nessun legame con Lui, il divino Redentore Gesù Cristo, con Dio Stesso.
Più si va verso la fine, più questa prova della fede diventa necessaria, perché gli uomini si allontanano sempre di più, persino quando appartengono ad una comunità chiesastica, ma è soltanto ancora un legame apparente per via dei prossimi, non è nulla di autentico, più nulla di vivo, che possa essere annoverato ad una “comunità di credenti”. Le chiese sono solo ancora delle organizzazioni mondane, ma non una unione di uomini profondamente credenti, che vedono il Fondatore della loro chiesa in Gesù Cristo, che veniva fondata solo su una fede salda. Perciò gli uomini vengono costretti attraverso la via a deporre una dichiarazione, perché il tempo in arrivo sarà molto difficile per molti uomini, ma per il cristiano vivente comunque anche di benedizione, perché annoderà più saldamente il legame con Dio ed anche attraverso la sua fede verrà guidato fuori da ogni miseria ed oppressione, perché per il cristiano vivente non esiste nulla che non potesse essere risolto con la “Forza della fede”.