In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma
perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della
propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo,
con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno,
prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Gesù ha fatto per noi tutto quello che mai sia divinamente possibile; ha compiuto la Sua opera per noi.
Noi agiamo in modo tale che quest’opera abbia in noi compimento? Leggiamo con diligenza, scriviamo anche con diligenza, parliamo anche volentieri del Signore tra di noi; ma se ci viene chiesto:
"DedicateMi al posto di certi vostri pensieri materiali e al posto di taluni vostri divertimenti mondani solo un’ora piena al giorno; santificatela col far sì che voi in quella non vi occupiate nel vostro cuore di null’altro che di Me!".
Oh, allora troveremo cento scuse per volta e cento pensieri mondani gireranno come un turbine attorno all’unico debole pensiero spirituale.
Tireremo fuori ogni tipo di considerazioni mondane, e, se pure qualcuno si dovesse decidere per una tale ora, non si rallegrerà sicuramente troppo per questa, ma piuttosto ne proverà un po’ di disagevole soggezione, e nel frattempo conterà diligentemente i minuti sul quadrante del suo orologio e aspetterà non raramente con impazienza la fine dell’oretta dedicata al Signore.
E se nel frattempo sopravvenisse una qualsiasi insignificante faccenda mondana, allora l’oretta verrebbe o cancellata del tutto, o per lo meno spostata in quel periodo del giorno, in cui di solito già scende sulle nostre membra il sonno ristoratore.
In noi non è compiuta l'opera di Gesù, benché il Signore, in seguito al Sua infinito Amore, faccia tutto il pensabile per portarci sulla giusta via della Vita; infatti, perché sia compiuto in noi, è necessario che ciascuno rinneghi se stesso per vero amore verso Gesù, prenda su di sé la sua croce e segua fedelmente le Sue tracce.
Che significa? È facile l'ascoltare e non è difficile il leggere, e altrettanto facile è lo stare a vedere, ma per ciascuno il fare da se stessi non ha grande attrattiva. Ma a che serve a uno sapere e non mettere in pratica?
Il Signore allo scopo di veder compiuta la Sua opera in noi dà a ciascuno tutto l’immaginabile, ma non all’uomo che non vuole utilizzare ciò che gli viene dato nel modo e allo scopo per cui il Signore lo concede.
Perciò non siamo vani uditori, bensì operatori della Parola! Poiché solo in quanto operatori porteremo la sua Croce. Ogni uomo deve restituire al mondo tutto quello che ha dal mondo, fino all’ultimo centesimo, quindi anche tutto ciò che hanno udito ed elaborato con la propria sapienza. Quindi anche le conoscenze della propria testa, che rendono superbi. La nostra presunta sapienza deve passare per quella umiliazione che si può paragonare ad una crocifissione, poi deve essere messa, come se fosse uccisa, in una nuova tomba nel cuore, da qui nuovamente risorgere e quindi, abbandonandosi e offrendosi totalmente al Padre, portarsi in Alto per diventare una sola cosa col Padre.
A coloro che il Signore ama manda qualche pena che li crocifigge, e spesso una croce straordinariamente grande all’apparenza, tanto che chi la vede, se ne spaventa enormemente!
Ma la croce sembra così grande soltanto all’apparenza; essa però non è assolutamente così pesante! Infatti essa è soltanto di carta e all’interno è totalmente vuota. Perciò è anche molto leggera ed è solo un “dolce giogo” ed un “leggero carico”.
Chi
vuole salvare la propria vita (materiale) la perderà, ma chi perderà la
propria vita materiale, salverà la vera vita spirituale.
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Chi nel mondo si vergogna ad amarLo apertamente e sopra ogni cosa, anch'Esso Si vergognerà ad amarlo dinanzi a tutti i Cieli ed a ridestarlo a vita eterna nel giorno del giudizio. Se qualcuno si vergognerà dei poveri fratelli e sorelle, e li fuggirà per apparire onorato al cospetto del mondo, costui non verrà riconosciuto e accolto neppure dal Signore. Ma chi riconoscerà il Suo Spirito anche nei poveri, Lui pure riconoscerà lui in eterno come Suo figlio.
Dobbiamo essere zelanti nell'amore per Dio e nell'amore per il prossimo, in particolare a quello povero che ha bisogno materialmente e spiritualmente di assistenza, e così, tramite questo amore, noi desteremo l'amore per Dio, specialmente se così operando non ci libereremo del mondo e del suo vuoto giudizio.
Chi non ama il Cristo con tutta la passione,e non vorrebbe possederLo quasi esclusivamente nel proprio cuore, costui non ha affatto ancora il vero amore vivificante per Cristo.
Ma se non ha questo amore, non ha neppure la pienezza della vita, perché il Signore è la Vera Vita nell’uomo, in forza dell’amore per Lui nella sua anima e questo amore è il Suo Spirito in ciascun uomo.
Chi in questo modo ridesta l’amore per il Signore, costui suscita in sé lo Spirito Lui gli ha dato e siccome è Lui stesso questo Spirito, come altrimenti non può essere, perché all’infuori del Signore non c’è in eterno altro Spirito vivente, così costui ridesta con ciò il Signore stesso in lui e diviene un rinato nella vita eterna, e non può più morire.
Il Signore, infine, ci dice: “Vi sono alcuni tra i presenti (coloro che ora leggono) che non moriranno, prima di aver visto il Figlio dell’uomo venire con il Suo Regno.”
Ricordate,
verrà a visitarvi come un sole che sorge. Nella vostra anima.