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L'ostia ai divorziati tradisce il vangelo e la Chiesa non può ribellarsi a Dio

 

Il cardinale Sarah, uno degli 11 porporati conservatori che hanno firmato il libro-sfida sul Sinodo: “Le unioni omosessuali un regresso di civiltà

“L’ostia ai divorziati tradisce il vangelo e la Chiesa non può ribellarsi a Dio”

 

Da poco meno di un anno prefetto della Congregazione per il culto divino su nomina di Francesco, il cardinale africano Robert Sarah ha dato alle stampe, oltre al volume anticipato da Repubblica sui temi del Sinodo (al via il 4 ottobre) scritto assieme ad altri 10 cardinali, il libro “Dio o niente. Conversazioni sulla fede con Nicolas Diat” (Cantagalli).

 

Il testo è stato interpretato come una presa di posizione contro il cambiamento che starebbe mettendo in campo Francesco e contro le correnti di cambiamento della dottrina e della pastorale matrimoniale che hanno nel cardinale Walter Kasper il loro esponente di spicco.

 

Eminenza,è così?

 

«Assolutamente no. Non è un libro di polemica. Quanto una serena, sincera e ferma difesa del Vangelo. Mi hanno ingiustamente e profondamente offeso dicendo che mi oppongo al Papa. Ma è ridicolo credere che il Papa si opponga al Vangelo. Parlare di un’opposizione di alcuni cardinali al Papa è soltanto un modo di creare zizzania nella gerarchia ecclesiastica ed un modo per distruggere la Chiesa. Mentre invece la verità è che i cardinali hanno bisogno del Papa e il Papa dei cardinali».

 

Il libro è stato apprezzato da Benedetto XVI che ha parlato della «sua coraggiosa risposta ai problemi della teoria del genere» che «mette in chiaro in un mondo obnubilato una fondamentale questione antropologica». Ritiene che questa sintonia sia in contrapposizione col magistero di Francesco?

 

«Benedetto XVI mi ha scritto una lettera che mi ha commosso, dicendomi anche che il libro lo ha aiutato spiritualmente. Anche da cardinale Ratzinger non è mai entrato dentro battaglie senza fondamento. E così non fa oggi. Semplicemente scrive con chiarezza di pensiero su problemi attuali. E analizza i problemi odierni alla luce del vangelo e della rivelazione divina».

 

Recentemente lei, insieme ai presidenti delle conferenze episcopali del continente, si è incontrato ad Accra per preparare il prossimo Sinodo. È vero che eravate tutti concordi nel contrastare «la strategia del Nemico del genere umano» su divorzio e unioni omosessuali?

 

«Sono stato ad Accra per preparare Il Sinodo. Insieme a vescovi e cardinali ci siamo trovati nella difesa dei valori fondamentali della famiglia e del matrimonio. Vogliamo combattere il colonialismo ideologico occidentale che vuole distruggere la dottrina cattolica, opporsi alla rivelazione divina, al matrimonio fra uomo e donna, fino alla apertura alla vita dei coniugi. Intendiamo difendere la famiglia, la sua ricchezza per tutta la società. È nella famiglia che ogni uomo impara soprattutto a crescere, amare e a servire gli altri con umiltà e gratuità».

 

Perché le unioni omosessuali sono un problema per la Chiesa?

 

«Non sono un problema solo per la Chiesa, ma per l’umanità. Sono un regresso della cultura e della civiltà. Nessuna cultura non occidentale va nella direzione dell’approvazione delle unioni omosessuali. Nella cultura africana nessuno le guarda con occhio favorevole. Perché è un’unione non aperta alla vita. Le unioni omosessuali sono totalmente contrarie al piano di Dio, che ha creato l’uomo e la donna perché si completino a vicenda. E da questa unione nasce la famiglia e il futuro della società. Una unione omosessuale non ha futuro; non da vita. Ripeto: non è un problema della Chiesa ma umano».

 

Non ritiene possibile una strada per la quale le coppie separate, dopo un periodo di discernimento operato da un sacerdote e dopo un percorso di penitenza, possano accedere a una nuova unione benedetta dalla Chiesa?

 

«Se vogliamo tradire il Vangelo che dice che l’uomo non può dividere ciò che Dio ha unito possiamo farlo. Ma nessuno nella Chiesa può tradire il Vangelo. Da duemila anni è così e non si può cambiare oggi il pensiero di Dio sulla famiglia. Fra l’altro le difficoltà delle famiglie non sono solo di oggi.

Tutta la storia umana conosce queste difficoltà, ma la Chiesa non potrà mai accettare due matrimoni validi. Sarebbe una decisione che non rispetta la Rivelazione. È una ribellione contro Dio. Se accettiamo le nuove unioni mi domando per quale motivo dovremmo definirci cristiani. In Africa c’è la tradizione quando ci si sposa di far mangiare ai coniugi una metà di un frutto a testa, che si chiama “kola”. Poi chi celebra il matrimonio chiede di riconsegnarli il frutto e i coniugi rispondono che non possono. Perché? Perché il matrimonio è unico e definitivo. E anche se si separano resta tale. Tant’è che se una donna lascia un uomo e va incontro ad altre unioni, quando muore è il primo marito che torna a seppellirla. E viceversa, è la prima moglie che torna a lavare il corpo del marito defunto».