Giacobbe
generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato
Cristo.
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo
promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò
incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di
licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno
un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato
in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo
chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo.
Sottolineiamo innanzitutto il messaggio dell’angelo del Signore: “Non temere”. Avrete notato che quando il soprannaturale tocca il naturale il messaggio parla sempre di pace, e non di paura. Giuseppe doveva essere molto turbato per i fatti che stava subendo, senza possibilità di spiegarsi i motivi dell’accaduto. Brancolava letteralmente nel buio.
Giuseppe ebbe una rivelazione privata. Proprio come quella che,
pochi mesi dopo, gli suggerì di fuggire in Egitto. La storia
dell’Antico testamento è pieno di rivelazione private. Tutti i profeti,
la stessa chiamata di Giovanni il Battista. I motivi per cui alcune
rivelazioni avvengono attraverso i sogni si possono trovare nel fatto che
l’anima viene lasciata libera di credere o non credere, mentre
un’apparizione “dal vivo” costringe l’anima a credere e viola la
sua libertà.
Giuseppe era un uomo giusto, e dato che solo il Signore è giusto,
vuol dire che Giuseppe aveva fatto propria la Giustizia del Signore, cioè
la Sua Volontà.
Ognuno di noi, pur afflitti da mille dubbi, da numerose
preoccupazioni, dovremmo pian piano sforzarci di essere giusti agli occhi
del Signore. Giuseppe si è affidato al Signore; la giovane ragazza che
gli era stata affidata dal Tempio era incinta, e non sapeva chi avesse
potuto violarla. Giuseppe è uno di noi, con i nostri problemi e con le
nostra angosce.
Esso si affida alla giustizia del Signore, e il Signore non fa
mancare il proprio appoggio: “Giuseppe, non temere!” Anche
noi abbiamo il desiderio di avere qualcuno che ci rassicuri, ma
difficilmente ci rivolgiamo a Chi può risolvere i nostri problemi.
Nel nostro cammino si presentano sempre imprevisti, e vorremmo che
l’angelo ci potesse dire: “Non preoccuparti, perché ciò che ti
sta accadendo è per un tuo progresso, per un miglioramento dello stato
della tua anima.”
Ma accetteremmo tale prova, oppure dentro di noi saremmo propendi a dire: “Io voglio vivere tranquillamente, toglimi questa prova che è presente nella mia via!”
Ma chi disdegna i piccoli doni, non è degno neanche di ricevere quelli grandi.