In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennon, vicino a Salim, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.
Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui».
Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire».
Gesù tornò in Giudea con i suoi discepoli. L’intera Giudea circondava Gerusalemme ed era facile da percorrere in pochissimi giorni. Qui dimorava e con loro battezzava. Con la parola “loro” sono in primo luogo designati i discepoli, il cui numero, in Gerusalemme, era aumentato di molto, poi, tutti gli altri che devotamente ascoltavano la Dottrina di Cristo.
Coloro che accettavano con piena fede la Dottrina, venivano battezzati da Gesù esteriormente e pubblicamente con acqua, interiormente e segretamente invece con lo Spirito del Suo eterno Amore e della Sua eterna Sapienza, così ottenevano il potere di chiamarsi “figli di Dio”. La predicazione consisteva essenzialmente nel porre in chiara luce le gravi colpe di cui si erano macchiati, fino a quel momento, gli ebrei e i farisei e nell’esaltare l’amore di Dio e del prossimo.
Durante la predicazione di Gesù in Giudea, Si spinse anche nelle vicinanze del piccolo deserto di Enon presso Salim, dove Giovanni battezzava coloro che accoglievano la sua dottrina e facevano penitenza. Tra queste persone c’era anche Gesù, e quelli che avevano accettato i Suoi insegnamenti , senza essere stati prima battezzati da Giovanni.
Sorse allora subito una discussione riguardo alla purificazione di Giovanni e al battesimo che impartiva Gesù, perché i discepoli di Giovanni non comprendevano come anche Gesù battezzasse con acqua, quando invece, secondo la testimonianza del loro maestro, non avrebbe dovuto battezzare con acqua, ma con lo Spirito Santo. Molti dei discepoli di Gesù sostenevano che solo il Suo era vero battesimo, in quanto, benché Gesù battezzasse con l’acqua come Giovanni, solo il Suo battesimo aveva valore, poiché battezzava non solo con l’acqua naturale, ma nello stesso tempo con l’acqua dello Spirito di Dio, che concedeva ai battezzati l’evidente potere di poter essere chiamati figli di Dio.
I giudei istillarono in Giovanni questo dubbio, e Giovanni rispose: “Andate a trovarLo e chiedeteGli: Sei tu Colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”
Con la risposta di Gesù, Giovanni riflette e poi dice ai suoi discepoli: “un uomo non può prendere nulla, soprattutto le cose dello spirito, se ciò non gli viene dato prima dai cieli. Ora, quando mi trovavo al di là del Giordano, l’Essere straordinario che venne da me per essere battezzato, sul Quale vidi lo Spirito di Dio , sotto forma di una splendente nuvoletta, scendere dolcemente dal cielo come una colomba che si posa sul nido, non avrebbe potuto, come semplice uomo, avere quello che Egli ha come già testimoniai.”
“Se il campo (mondo) è Suo, sono Suoi anche il frumento (i figli di Dio) e la paglia (i figli del mondo o del demonio) e Suo è pure il granaio (il Cielo) e Suo il fuoco (l’Inferno) inestinguibile.
Colui che ha la Sposa (Sapienza dei Cieli), Costui è veramente uno Sposo, ma l’amico dello Sposo, che è presente e Lo ode, si rallegra enormemente sentendo la Sua voce.
E quando affermai che non ero degno di sciogliere i legacci delle Sue scarpe, non intesi elevarmi, ma tributarGli soltanto la gloria e l’onore che la cecità umana voleva rendere a me. Quindi, nuovamente vi dico che la mia missione è ormai compiuta. Infatti come dissi, se il Signore viene, il precursore non ha più alcuna funzione ed è necessario che il messaggero (la carne) diminuisca ed Egli, come Signore lo (Spirito), cresca al di sopra di ogni carne.
Chi viene dal Cielo è sopra a tutti, perché Egli è il Signore e può agire come vuole, quindi battezzare con acqua, con fuoco e con Spirito, poiché tutto Gli appartiene. Io credo tuttavia che Egli Stesso non battezzi con l’acqua, ma solo con il fuoco dello Spirito. Ma all’inizio i suoi discepoli battezzeranno alla mia maniera gli uomini che non furono battezzati da me con l’acqua. Inoltre il battesimo d’acqua non giova a nulla, se a questo non segue il battesimo dello Spirito di Dio.
L’acqua non testimonia che dell’acqua e lava la pelle dal sudiciume della terra. Lo Spirito di Dio invece, con il quale solo il Signore può battezzare, poiché lo Spirito di Dio è il Suo Spirito, testimonia di Dio e di quello che solo Lui contempla ed apprende perpetuamente in Dio. Ma finora quasi nessuno ha accolto questa santa testimonianza. Infatti il fango resta fango e non può comprendere lo Spirito, a meno che non sia purificato dal fuoco e si sublimi, trasformandosi in Spirito. Un fuoco pura annienta tutto fuorché lo Spirito, che di per sé è fiamma potentissima. Eppure sono molti quelli che saranno distrutti dal battesimo spirituale del Signore e molti, ancora, quelli che per timore rifiuteranno di accettarlo.
Chi però accoglierà questo battesimo e con esso la santa Testimonianza, costui, dinanzi al mondo, suggellerà in sé che Colui che lo ha battezzato con lo Spirito è veramente Dio Stesso e che solo Lui può dare la vita eterna. Perché suggellare in sé la Testimonianza dei cieli di Dio mediante Dio? Perché il fango rimane fango, mentre lo Spirito rimane Spirito. Dunque, se succede che nella materia dell’uomo terreno, la cui origine è terra e fango, riesca ad insinuarsi lo Spirito, questo vi resterà forse se tale uomo non avrà cura di custodirlo gelosamente in sé, vale a dire nel suo cuore?
C’è forse una qualche misura secondo cui lo Spirito debba essere distribuito, affinché ognuno possa riconoscere quanta parte di Spirito abbia ricevuto?. Poiché una tale misura non è definita, allora l’uomo di fango tende a fissare, nel suo cuore, una misura per lo Spirito che riceve. E quando lo Spirito è penetrato e si è adagiato in stato di pace imperturbata, colmando così la nuova misura del cuore, l’uomo di fango può allora valutare la quantità di Spirito che egli ha ricevuto. Così come si può misurare l’acqua del mare solo dopo averla attinta in una botte, sempre se la botte non sia forata, ma in buono stato.
La stessa cosa avviene per Colui che è venuto da Dio per testimoniare di Dio e per far udire la pura parola divina. E’ Lui Stesso il mare senza fine (Spirito di Dio). Quando Egli dà qualcuno il Suo Spirito, Egli non Lo concede in misura illimitata, perché questa esiste in tutta la pienezza infinita solo in Dio, ma Lo dà secondo la misura che è nell’uomo. E se l’uomo vuole conservare in sé lo Spirito ricevuto, allora deve badare che la sua misura non sia difettosa e tenuta aperta, ma che questa sia invece ben legata e suggellata.
Ora, Colui presso Cui voi eravate e a Cui avete chiesto se Egli fosse il Cristo, anche se esteriormente è un figlio d’uomo, ha ricevuto fin dall’eternità lo Spirito di Dio non in misura umana, ma nella stessa infinita misura di Dio, perché in Se Stesso Egli è lo sconfinato mare dello Spirito di Dio. Il Suo Amore è dall’eternità Suo padre, il Quale non è fuori del visibile Figlio dell’uomo, ma è in Lui Stesso. Questi è il Fuoco, la Fiamma e la Luce nel padre e dal padre fin dall’eternità.
Ma questo caro Padre vuole bene moltissimo al Suo eterno Figlio, ed ogni Potenza ed ogni Potere sono nelle mani del Figlio, e tutto quello che noi abbiamo, in giusta misura, lo abbiamo attinto dalla Sua smisurata Pienezza. Egli stesso dalla Sua propria Parola è ora fra noi un Uomo nella carne, e la Sua Parola è Dio, Spirito e Carne, quella carne che noi chiamiamo “Figlio”. Ma il Figlio è dunque anche in Se Stesso la Vita di ogni vita eternamente.
Chi accoglie quindi il Figlio e crede in Lui, ha già in sé la vita eterna. Infatti come Dio in ogni Sua parola è Vita perfettissima ed eterna, anche in ogni uomo, che accoglie e conserva in sé la Sua vivificante Parola, Egli rimane tale. Al contrario, chi non accoglie la parola di Dio dalla bocca del Figlio e quindi non crede in Lui, non solo non può e non otterrà la Vita, ma non potrà né vederla né percepirla in sé. L’Ira di Dio, cioè il Giudizio delle cose, che non hanno altra vita se non quella vincolata alla legge immutabile del dovere assoluto, rimarrà invece sopra di lui, fino a quando non crederà nel Figlio.”
Abbiamo gioito per la testimonianza di Giovanni. Cerchiamo di poter dire anche noi la stessa cosa sul nostro Salvatore e Redentore.