Gesù
disse ai suoi discepoli: «Procuratevi amici con la disonesta ricchezza,
perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel
poco, è disonesto anche nel molto.
Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà
quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi
darà la vostra?
Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro
oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire
a Dio e a mammóna».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e
si beffavano di lui. Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli
uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini
è cosa detestabile davanti a Dio».
Non
potete servire Dio e mammona. Ma c’è di più.
Considerate
un attimo come “mammona”, ciò che è materiale, è qualcosa che
sempre e necessariamente contrasta con
il vero ordine spirituale fissato da Dio.
Non sempre però mammona è dannosa per l’uomo. Essa si
comporta molto spesso come stimolo contrario idoneo a destare la libera
volontà della persona.
Quindi,
“mammona” è una necessità che permette la constatazione di una vita
completamente libera, tuttavia “mammona” deve pure venire infine
riconosciuta come tale dall’uomo, e deve venire spontaneamente espulsa
da lui perché non gli è possibile poter continuare a sussistere insieme
ad essa. Essa è dunque un mezzo certamente necessario allo scopo, ma non
può mai diventare una cosa sola con lo stesso.
Abramo
era lui stesso un “disonesto amministratore” perché aveva molti beni
rispetto a quelli che dovevano servire al suo sostentamento. Però questa
“mammona” veniva ridistribuita continuamente ai mille poveri che ogni
giorno Abramo ospitava alla sua mensa.
La
rete è un mezzo necessario per prendere i pesci, ma chi sarà colui che
la getterà in acqua per estrarla poi nuovamente ma non con l’intenzione
di togliere i pesci, ma per la rete in se stessa, per metterla al fuoco,
arrostirla e gustarla come una vivanda? La rete è dunque necessaria solo
per la pesca, ma una volta che con essa si sono pescati e tirati fuori i
pesci dall’acqua, e questi sono stati messi nella dispensa, allora si
mette da parte la rete e si utilizza il prodotto della pesca.
Per
conseguenza è chiaro che lo stimolo alla trasgressione della legge (ecco
la nostra mammona) deve esserci, perché esso è un ridestatore delle
facoltà di riconoscimento ed un esercitatore della libera volontà. Esso
riempie l’anima di diletto e di gioia finché questa, pur riconoscendo
bene lo stimolo, non gli si rende soggetta, ma anzi lo combatte sempre con
quella stessa libera volontà che venne in lei destata e ravvivata appunto
dallo stimolo; allora l’anima libera se ne serve quale un mezzo, ma non
vede in essa uno scopo raggiunto o da raggiungersi.
Mammona,
ovvero lo stimolo alla trasgressione della legge, è per conseguenza
qualcosa di subordinato, e non deve mai e poi mare diventare una cosa
principale; chiunque vuole fare della cosa più subordinata una
principale, è simile ad un pazzo che vuole saziarsi con le pentole in cui
cuociono buone vivande, gettando però via le vivande stesse.
Ma in che cosa consiste mammona, quale nome ha dunque lo stimolo insito nella forma animata e che si oppone alla legge? Il suo nome è “amore di se stessi, egoismo, orgoglio, ed infine avidità di dominio”.
Ecco, oggi possiamo riconoscere coloro che, attaccati al denaro, ascoltano le nostre parole e si beffano di noi. Essi si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i loro cuori, e se loro esaltano mammona, agli occhi di Dio il loro comportamento è detestabile.