Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io
non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia
volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla
di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e
crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno».
Questa
comunione tra Padre e Figlio è qualcosa di fantastico. E’ un continuo
donare, e attraverso questo donarsi l’amore si autoalimenta, come un
continuo gettare legna sul fuoco, per ravvivarne la fiamma e con ciò la
luce e calore.
E’
chiaro quindi che prima di giungere al Figlio, si deve pervenire al Padre.
Nessuno verrà a Cristo non sarà attratto a Cristo per mezzo del Padre.
Noi tutti dobbiamo venire ammaestrati dal Padre, vale a dire dall’eterno
Amore in Dio, se vogliamo venire a Cristo. Essere ammaestrati per poter
essere perfetti così com’è perfetto il Padre che è nei Cieli. Però
il molto sapere come pure la molta e ricca esperienza non ci faranno
avvicinare alla meta, ma soltanto il vivente amore per Dio nonché il
vivente amore per il prossimo; ecco, qui si cela il grande mistero della
rinascita del vostro spirito da Dio e In Dio.
Amare
Dio sopra ogni cosa vuol dire: sorgere in Dio e penetrare del tutto in
Lui, amare il prossimo vuol dire ugualmente: penetrare completamente nel
prossimo, altrimenti non lo si può amare interamente; un mezzo amore non
è di utilità né a chi ama ne a chi è amato.
Quando
noi conosceremo il Padre, solo allora potremo conoscere pienamente Gesù
Cristo. Ma sarà il Padre che ci attirerà a Lui. Colui che dal Padre non
sarà attratto, costui non perverrà a Gesù che ne è il Figlio. E Gesù
non caccerà fuori nessuno di quelli che Gli sono pervenuti dal Padre, ma
tutti questi dovranno prima passare con il Signore per la porta stretta
della piena abnegazione di se stessi fino a diventare com’è Gesù
Cristo, ciascuno deve cessare di essere qualcosa per sè, per poter
diventare tutto in Lui.
Questo
è il tempo per apprendere direttamente da Dio Stesso chi è il Figlio;
chi non avrà appreso tale cosa da Dio, non riconoscerà il Figlio e non
avrà da lui la vita eterna.
E Gesù può dare a chi vuole la vita eterna, perché
quello che Gesù nel Suo cuore chiede al Padre , Egli Glielo concede, e ciò
che il Figlio vuole, lo vuole ugualmente e per l’eternità anche il
Padre, e non vi è mai divergenza tra la volontà del Padre e quella del
Figlio. Già prima che il mondo fosse aveva disposto così, che in Gesù
la Vita dovesse dimorare in tutta la sua pienezza e che per mezzo Suo
potessero avere la vita anche tutti gli uomini. Il Padre e il Figlio non
sono due, ma sono in tutto perfettamente una sola Persona.
Chi
e che cosa dunque è il Padre? L’eterno Amore in Dio è il Padre. Chi e
che cosa dunque è il Figlio? Il Figlio è ciò che è sorto dalla Fiamma
dell’amore, cioè la Luce, la quale è la Sapienza in Dio. Ma siccome
Amore e Sapienza sono una cosa sola, così anche Padre e Figlio sono una
cosa sola.
La
sapienza suprema consiste nel fatto che noi diventiamo sapienti attraverso
l’amore. Qualsiasi sapienza però che non abbia quale fondamento
l’amore, non ha nessun valore. Perciò le nostre cure devono essere
rivolte non tanto al molto sapere, quanto piuttosto al molto amare, e in
questo modo l’amore ci darà quello che nessuna sapienza sarà in grado
di darci.
Gesù è la Via, la Verità e la
Vita, e coloro che credono in Lui, non vedranno, non sentiranno, non
assaporeranno mai la morte, ma coloro che in Gesù non crederanno, quelli
morranno, anche se avessero mille vite.
Ciascun uomo ha un corpo, e
questo a suo tempo dovrà morire – di ciò non è stata fatta eccezione
neppure per il corpo di Cristo; ma l’anima, con la deposizione del
corpo, si rende invece più libera, più illuminata e vivente, e diventa
compiutamente Una cosa sola con Colui che prima di ogni mondo l’aveva
designata per la salvezza di tutti coloro che crederanno nel Figlio
dell’uomo e che osserveranno i Suoi comandamenti.
Il
Padre santo non può fare di più del rivelarsi corporalmente in Gesù,
Suo Figlio, del fare di noi creature degli dèi dotati di ogni libertà e
del chiamarci addirittura Suoi amici e fratelli.
Chi
è presso il Cristo e ci rimane, costui è davvero nella sua vera patria;
e chi non si acquisterà questa patria, che è l’unica e vera
indistruttibile per l’eternità, vagherà in regioni straniere e deserte
come selvaggina spaventata che va cercando nel deserto cibo e ricovero, ma
non trova né uno ne l’altro, e che finisce, estenuata dalla fame, dalla
sete e dal freddo, con il diventare preda degli animali feroci la cui
patria è appunto il deserto.