I
settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni
si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco,
io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra
tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi
però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto
perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse:
«Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è
stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il
Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio
vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono
ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere
ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi
ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Grande Forza e grande Potenza
sono le prerogative di del Signore. E ai discepoli è stato data questa
forza per poter dominare il nemico. E’ ovvio quindi che senza la forza e
la potenza del Signore siamo in grado di fare ben poco. E’ una Grazia
elargita, non un nostro merito. Ecco il motivo per cui non dovremo
rallegrarci nel caso ne fossimo provvisti. Dobbiamo rallegrarci invece
quando il nostro istinto non è quello di dominare, di sottomettere il
nemico, le potenze avverse a noi, ma quello di tentare di aprire tutti e
tutto alla Luce divina, aprire i cieli affinché tutti possano essere una
cosa sola. I demoni vedono Dio come padrone e dominatore e non come Padre;
ma in una tale situazione il
Signore non trova alcunché per rallegrarsi. Quando qualcuno è separato
da Lui, non vi può essere che tenebre e morte.
I
discepoli devono quindi rallegrarsi, perché accettando nel loro cuore il
Signore, sono entrati a far parte della comunità di coloro che si
accorgono di non sapere nulla e come piccoli fanciulli vanno alla scuola di Dio per essere amorevolmente
istruiti dal caro Padre celeste.
Coloro
invece che si sentono eruditi, che hanno il loro intelletto gonfio della
scienza del mondo, hanno ben poco spazio da donare alla nuova Luce, come
un in pozzo pieno d’acqua non ve ne si può aggiungere altra. L’acqua
del pozzo rimarrà quella che era, acqua rafferma, e non potrà accogliere
la nuova acqua sgorgante dalla sorgente vivificante della bocca di Dio.
Rimarranno quasi impietriti di fronte a tale Grazia, totalmente incapaci di comprendere la Verità elargita.