Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed
ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare:
«Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata
da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila,
perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato
mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore,
aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e
gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure
i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te
come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Si potrebbe dire che Gesù sia alquanto duro con questa donna greca, nata a Cana di Galilea, e sposata con un greco. Gesù aveva già aiutato romani e greci, ma di fronte a questa donna, sembra avere una reazione spropositata.
Vediamo
il comportamento della donna. Essa non era ebrea, e seguiva Gesù gridando “Signore, Figlio di Davide”. Dava a Gesù un titolo regale, ma
non aveva alcun diritto a farlo perché Esso, secondo le profezie, era il
Re dei Giudei e lei era una Gentile. E’ una preghiera basata più sul
timore reverenziale, fatta parlandoGli alle spalle. Gesù non risponde.
Se
abbiamo la convinzione che il Signore ci ascolta grazie alle nostre
preghiere piene di altisonanti parole, ci sbagliamo di grosso. Gesù
guarda al cuore, e stava obbligando quella donna a rivolgersi a Lui in
altro modo. Ricordiamo un attimo la risposta che il Signore, a Cana, diede
all’ufficiale reale che chiedeva la guarigione del figlio ammalato in
Cafarnao: “Se
non vedete già dapprima segni e miracoli, voi non credete! Io però vado
in soccorso anzitutto di coloro che credono, pur non avendo visto prima
miracoli e segni! Infatti laddove trovo fede incondizionata, aiuto
anch’Io con tutta certezza e sicurezza”.
Non posso dire se la donna trova in quel momento la sua fede, fatto sta che, adesso, la donna gli si pone innanzi, quasi a confronto, in rapporto diretto. Prima Lo adora, riconoscendolo come Signore della Sua vita, e poi Lo prega: “Signore, aiutami”. Ogni titolo regale perde di significato quando si è pervasi dall’amore.
E l’amore permette anche di ricevere parole pesanti come quella detta da Gesù, perché si riconosce l’abisso esistente tra noi e nostro Signore. Le briciole del dell’Amore del Signore saziano il cuore di chi ama, mentre il pane dato a chi non ha l’amore dentro di sé (casa d’Israele) viene rifiutato.
Grazie alla piena umiltà il Signore concede alla donna ciò che essa chiedeva. La bambina, dell’età di 14-15 anni, affetta da questo spirito da ormai sette anni, era guarita.