Gesù disse ai suoi
discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo
trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e
compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle
preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi
e la compra».
Solitamente
in poche righe è contenuto un grande significato, e sta a noi venire a
capo di questa grande perla nascosta nel Vangelo.
Dal
brano del Vangelo si può capire che il Regno di Dio non è di nostra
proprietà; non possiamo vantare diritti su di esso fino a quando non ce
ne saremo impossessati. Abbiamo i mezzi per arrivare a tale meta, e tali
mezzi devono venire impiegati per l’acquisizione del nostro grande
Tesoro.
Oggi
come oggi l’apparire, l’avere, conta più dell’essere. Ecco allora
che per giungere al regno di Dio ci si deve disfare di ciò che condiziona
tutto il nostro essere; l’uomo e il mercante vendono tutti i suoi averi.
Non
conta tanto quanto si possiede, ma l’attaccamento ai propri averi;
Abramo e Lazzaro, ad esempio, erano uomini ricchissimi; ma alla loro mensa
sedevano anche più di mille poveri.
Quelli
che trovano il tesoro sono coloro che apprendono la Parola del Signore, ed
il campo è il cuore dell’uomo ancora immerso nella mondanità, cuore
che l’uomo deve fare suo spiritualmente, affinché la Sua Parola nel
cuore assuma le caratteristiche che le sono proprie, e allora questa possa
poi far sorgere tutto il bene possibile per lui stesso e per i suoi
fratelli.
Nel
primo caso, l’uomo cerca il tesoro nascosto; nel secondo un mercante
cerca la perla preziosa. Non vi sono strade segnate, non vi è scritto
come luogo del tesoro Gerusalemme o Sion. Ognuno cerca secondo la propria
coscienza, coscienza che è guidata dal Signore Stesso.
Ciascuno
di noi è animato da uno spirito che differisce, vuoi per poco, vuoi per
molto, da qualsiasi altro spirito che anima un’altra persona.
Le
vie quindi che sono adatte ad una persona, possono non esserle per
un'altra. Il Signore conosce ogni singolo atomo del nostro cuore, e ben
conosce quali sono le vie per ricondurci al Regno promesso.
Non
si guardi quindi con sospetto colui che cerca in modo diverso rispetto
alla massa dei credenti, perché il Signore sa di cosa, quell’uomo,
necessita.
Il
mercante raffigura tutti coloro che per amore di Cristo tutto hanno
abbandonato. Andiamo
dunque e raccogliamo le perle e quando avremo trovato quella Grande, diamo
via tutto ed acquistiamoci Questa, poiché Gesù Stesso è questa grande
Perla; chi La possiede, possiede Tutto, dato che il Suo Valore rimarrà in
eterno eternamente incalcolabile! Così parla il Signore Gesù, del
Signore Dio, da Dio, il Quale si fece Uomo per rendere dèi gli esseri
umani; per mezzo dunque della Perla delle perle, diventiamo noi stessi
perle.
Chi
cerca, come tu hai cercato già da lungo tempo, quegli troverà; chi
prega, come hai pregato tu, a lui viene dato; e chi bussa alla vera porta,
come tu ora hai bussato, a lui viene aperto.
Mi
preme indicare la via che un po’ tutti noi stiamo percorrendo per
trovare la Grande Perla.
Noi cerchiamo il Signore con
l’intelletto, e somigliamo a quel tale che comperò una casa, avendo
inteso che sotto le mura era nascosto un grosso tesoro. E quando la casa
fu passata di sua proprietà, cominciò a scavare ora qua ora là, ma non
prese la cosa veramente a cuore e si limitò a scavare in superficie, e
quindi non potè trovare il tesoro che era sepolto in profondità.
Allora gli venne un’idea e
disse: "ah, ora so che cosa devo fare, comincerò a scavare di
fuori, tutto intorno alla casa, e così certo arriverò prima a
rintracciare il tesoro nascosto." E così egli iniziò a scavare
al di fuori della casa e ovviamente non trovò il tesoro, dato che questo
era sepolto a grande profondità nel mezzo della casa; e quanto più
lontano dalla casa egli si mise a scavare nuove fosse a causa del tesoro,
tanto meno trovò questo tesoro per il quale egli aveva comperato la casa,
perché chi cerca qualcosa dove non c’è, e dove mai può essere, non ha
nessuna possibilità di trovare ciò che cerca.
Chi vuole pigliare del pesce,
deve recarsi sull’acqua munito di una rete, dato che nell’aria i pesci
non nuotano. E chi vuole trovare dell’oro, non deve cercarlo gettando
una rete nel mare, ma è bene che scavi profondamente nella montagna.
Con le orecchie non si può
vedere, né con gli occhi si può udire, ciascun senso ha la sua
caratteristica disposizione, ed è perciò destinato ad una determinata
funzione.
E così pure il cuore
dell’uomo, che più di ogni altra cosa è affine a Dio, ad esso soltanto
è affidata la mansione di cercare Dio e anche di trovarlo, e infine, dal
Dio trovato, di prendersi una nuova indistruttibile vita. Ma chi invece si
dà a cercare Dio con un altro dei suoi sensi, egli Lo può altrettanto
poco trovare, quanto poco può provare a guardare il sole valendosi delle
proprie orecchie, dal proprio naso ad anche dei propri occhi quando questi
li abbia strettamente bendati.
Però, il vero e vivente senso del cuore è l’amore. Chi dunque desta in sé
questo intimassimo senso della vita, e mediante questo si dà a cercare
Dio, egli deve trovarLo con altrettanta certezza, quanta ciascuno che non
sia completamente cieco deve poter trovare con i propri occhi,
immediatamente il sole e guardarne la forma luminosa.