Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Gesù lascia la compagnia , per restare solo e per congiungere più intimamente l'eterno Suo Spirito paterno con tutto il Suo Essere.
Strana cosa! Egli se ne va per pregare e prepararsi per l’indomani! Chi altro potrà mai Egli invocare e a Chi può Egli innalzare le Sue orazioni?
Lo Spirito Supremo (Spirito creatore) su questa Terra porta un corpo di carne e di sangue (Gesù), dai quali la Sua anima (di Gesù) si è sviluppata come la nostra, per essere atta a raggiungere la piena unione con lo Spirito divino. In Gesù soltanto lo Spirito in Lui è Dio, tutto il rimanente invece è uomo, come noi pure siamo uomini. Se Egli prega, ciò non vuol dire altro dunque che Egli, il Suo corpo, lo fa compenetrare del tutto dal Suo Spirito primordiale ed eterno, che siamo soliti chiamare Padre.
La preghiera di Gesù al Padre è da intendersi come un colloquio
dove Gesù chiede allo Spirito del Padre, presente nella Sua pienezza in
Gesù ("Io e il Padre siamo una cosa sola"), le
cose più intime che il Padre non ha ancora rivelato a Gesù.
E’ certo che Gesù tenta di raccordare alla perfezione la sua natura umana con la natura divina del Padre che è presente in Lui, ma ci sono delle cose, che neanche il Figlio conosce. Per questo Gesù prega, chiedendo queste cose che sono solo nel “nucleo” più intimo del Padre. Tanto per spiegarci, non tutti i nostri pensieri si tramutano in parole. Ecco che solo il nostro intimo conosce le cose, cose che la nostra bocca non ha mai avuto modo di profetare.
L’indomani
doveva scegliere i dodici apostoli; da questa decisione sarebbero
scaturite conseguenze per tutta l’umanità. Quale occasione più
propizia per conoscere i più intimi progetti del Padre?
La scelta
è stata rivelatrice dell’Amore del Padre; nemmeno Giuda, il cui
tradimento era già a conoscenza al Supremo Spirito e quindi anche a Gesù,
è escluso dalla misericordia divina.
Persino a
Giuda il Signore tende la mano. Nonostante Giuda sia un egoista e un avido
di denaro e potere.
Ogni
nostra scelta dovrebbe essere valutata e designata insieme al Padre; chi
può darci la giusta luce, tale da vedere più distante dal punto dove la
nostra misera intelligenza può arrivare?