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Chi ha orecchi, ascolti.
Mt 13, 1-9

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

 

Il Signore si esprime in parabole affinché in loro abbia adempimento la profezia di Isaia che dice: “Con gli orecchi l’udirete e ciò nonostante non comprenderete, e con occhi che vedono lo guarderete e ciò nonostante non lo percepirete!” 

Coloro che fra noi sono mandati dallo Spirito, non ci parlano il puro e semplice linguaggio spirituale, ma quello naturale e , giovandosi di figure simboliche naturali, ci rendono noto ciò che sanno in spirito e che in spirito hanno visto, e noi non riusciamo a comprenderlo e ad accettarlo.

Infatti il nostro cuore è ingrassato, le nostre orecchie odono male, i nostri occhi sonnecchiano per non vedere con essi, per non udire con gli orecchi e non comprendere con il cuore, per non convertirsi e non farsi aiutare dal Signore.

Cosa non fa il Signore nella nostra vita, e come Lo vediamo? Siamo tutti ciechi ciechi e sordi. La parabola che ben si adatta a noi è quella del cieco muto che è stato guarito; come questi era infermo nel corpo, così noi lo siamo nell’anima. 

Ma beati gli occhi di coloro che vedono, e vostre orecchie che riescono a comprendere tutto ciò! Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere le cose che voi vedete, e non le hanno viste, e hanno desiderato udire le cose che voi udite, e non le hanno udite!

Quando qualcuno ode Dal Signore la Parola del Regno di Dio, ma non la comprende con il cuore, il quale a causa dei pensieri e delle cure del mondo è liscio come (la superficie di) una via, allora fin troppo presto il demonio scorge la Parola, che giace libera sulla superficie esterna del cuore ben levigato dalle mondanità, e strappa facilmente via quello che era destinato a germogliare nel cuore, ma che purtroppo rimane soltanto aderente alla liscia superficie esteriore. Un simile uomo è quella via sulla quale cadde la Semente, cioè la Sua Parola.

La semente caduta su terreno pietroso significa questo: un uomo ode la Sua Parola, e subito la accoglie con molta gioia. Ma a somiglianza della pietra ha in sé ed intorno a sé troppo poco umore vitale, che corrisponde al giusto coraggio del cuore, ed altresì troppo poca terra, che rappresenta una ferma volontà, e per conseguenza, come è il caso con la pietra, dipende dal tempo se è umido od asciutto, in una parola: cambia ad ogni mutare di tempo. Se a causa della Sua Parola un tale uomo si vede esposto in seguito ad ogni genere di tribolazione e di persecuzioni, esso avvampa allora di ira e di collera, ed è così appunto simile ad una pietra arroventata dal calore del sole, sulla quale la Sua Parola non può maturare naturalmente e mettere radice, ed infine deve inaridire del tutto.

Vi sono molte di queste pietre, ma poiché vedono che, in seguito alle Parole dal Signore dirette loro dall’Alto, cominciano subito a mostrarsi ogni tipo di tribolazioni e persecuzioni, essi uccidono la Sua Voce dentro il loro cuore, da un lato sdegnandosi troppo, e dall’altro temendo troppo, perché, nonostante tutti i segni che hanno visto e tutte le più vive assicurazioni che hanno avuto dal Padre, essi non credono che Esso sia abbastanza potente da proteggerli da tutti i mali; ed a causa di ciò essi assomigliano quindi alla pietra sulla quale cadde la semente.  

Riguardo alla semente caduta fra le spine, la cosa va interpretata in questo modo: quando un uomo ode la Parola e l’accoglie, ma egli è immerso in ogni specie di affari mondani e nelle cure che ne derivano, e ciò per un guadagno ingannevole e di una ricchezza più ingannevole ancora, queste futili cure si accumulano sempre più di giorno in giorno; crescono come ogni mala erba rapidamente e rigogliosamente, e soffocano nel cuore molto presto e con facilità la Parola seminata dal Signore.

Ed infine, la semente caduta su buon terreno significa questo: se un uomo ode la Parola e la accoglie nel profondo del suo cuore, dove là soltanto e sempre potrà venire compresa in modo valido, giusto e vivificante, egli è allora somigliante ad un buon terreno il quale accoglie la semente e che a seconda della forza e della volontà dell’uomo stesso rende ora chi il cento, chi il sessanta e chi trenta volte la semente in frutti di opere buone. Qui è da intendersi che frutta cento colui che fa tutto per il Signore; il sessanta colui che fa molto per il Signore, ed i trenta colui che fa una parte per il Signore.

Similmente vi sono tre Cieli nel Regno: il più alto per il frutto centuplo, il medio per il sessantuplo ed il più basso per il frutto trentuplo. Sotto il trentuplo, però, non verrà considerato nessuno, perciò a chi possiede sotto il trenta a costui sarà tolto e sarà aggiunto a colui che possederà il trenta, il sessanta ed il cento. E in tal modo sarà tolto a chi non ha per essere aggiunto a colui che ha già, affinché ne sovrabbondi.

Se qualcuno ha un campo che gli rende frutto a dovizia perché il terreno è buono, ma in pari tempo ha anche un altro campo il quale, malgrado ogni possibile cura posta nel concimarlo, resta magro e produce a mala pena qualche meschino frutto di quanto vi viene seminato, cosa farà il padrone dei due campi? Vedete, egli toglierà al campo magro lo scarso frutto che avrà portato, lo aggiungerà al frutto buono ed abbondante prodottogli dal campo efficiente, e l’anno seguente non seminerà nulla nel campo magro, mentre affiderà tutta la semente al campo buono. Questo produrrà allora tutte le frutta, mentre il magro verrà abbandonato alle zizzanie, ai cardi ed alle spine.

In questo modo agisce un padrone saggio e prudente; perché dunque dovrebbe il Padre che è nei Cieli eterni procedere in maniera meno saggia e prudente di quanto possa farlo un uomo accorto e prudente su questa fugace Terra?

Per conseguenza sia lontano dai vostri cuori il pensiero che il Padre nei Cieli possa essere ingiusto!

Se voi sapete che non ci si rivolge per consiglio se non a colui che ha qualche saggezza, e che si volta subito la schiena ad un parolaio e millantatore il quale non ci vuole molto ad accorgersi che è veramente tale, domando: "Si agisce forse erroneamente se si toglie la fiducia a chi non è che un parolaio e millantatore e la si concede invece a chi è veramente saggio e che, anche senza di ciò, viene stimato degno di fiducia da tutte le parti?"

La semente viene gettata a tutti, perché un giorno non ci sia qualcuno che dica: “Signore, io non ho mai udito tale Parola”.