Gesù
disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta
e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste
cose bisognava curare senza trascurare le altre.
Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagòghe e i
saluti sulle piazze.
Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente
vi passa sopra senza saperlo».
Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi
anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli
uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con
un dito».
Qui
Gesù continua la sua arringa verso i farisei, con dei “Guai a
voi” che vanno letti più come “poveri voi”.
La
cosa più importante, e allo stesso tempo difficile nella Legge, è la
Giustizia, la Misericordia e la Fedeltà. E i farisei tralasciano questo
compito per dedicarsi alla corretta osservanza delle piccole
tradizioni umane.
Ma
direte voi, come si più essere giusti e fedeli, e allo stesso tempo
misericordiosi. Vedete, questo è il nodo principale; chi lo scioglierà e
come? Infatti, a rigore di termini, la Giustizia e la Fedeltà ad essa
strettamente collegata escludono ogni Misericordia, poiché agire secondo
Giustizia non significa altro che conformarsi con tutta fedeltà alla
Legge, mentre essere misericordiosi significa condonare a qualcuno ciò
che la Legge stabilisce.
Perciò,
come si deve intendere il detto: “Siate
Misericordiosi, che allora anche a voi verrà usata Misericordia!?”.
Come si può essere misericordiosi e contemporaneamente giusti? Il Signore
ce lo dice: "Si sia giusti con se stessi e misericordiosi verso i fratelli, così
si vive nell'armonia perfetta di Dio e si è perfettamente giusti,
misericordiosi e fedeli".
Il
Signore, da buon Medico, sta ora indicando loro quali sono i gravissimi
difetti delle loro anime, e nello stesso tempo prescrive anche i rimedi;
ma se un ammalato respinge tali rimedi, come fanno oggi i farisei, e non
vogliono sapere di farne uso, saranno essi stessi i colpevoli delle
conseguenze alle quali andranno incontro.
Nell’uomo
dunque tutto dipende dalla vera fede e poi dalla propria libera volontà.
Se egli crede e opera conformemente, egli diviene l’essere più felice
in tutta intera l’Infinità di Dio, ma se non crede e non opera in
conformità, non può che ascrivere a se stesso se nella sua anima egli
diventa sempre più misero, cieco e morto.
Ora,
considerato che non abbiamo mai interamente creduto ai messaggeri inviati
dal Signore e che quindi non abbiamo nemmeno fatto secondo le loro parole,
ebbene, è venuto Lui Stesso, quale Uomo a noi, appunto per mostrarci le
giuste vie!
Ma
se attualmente non crediamo neppure a Lui Stesso e non vogliamo operare
secondo la Sua Dottrina, Lui ci domanda: “chi
mai dopo di Me dovrà venire ancora a voi perché voi possiate credergli
ed operare conformemente alla sua dottrina? Se non volete credere in Me,
che sono il Maestro di ogni vita, in chi volete credere dopo di Me ed
operare conformemente ai suoi insegnamenti per diventare beati?”
Che
però non si creda nel Signore, e che non si voglia nemmeno operare
secondo la Sua Dottrina, sono nel vangelo di oggi i ministri stessi del
Tempio a rendercene testimonianza inequivocabile.