Gesù
disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono
venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico:
finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o
un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà
agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande
nel regno dei cieli».
I sommi sacerdoti e i farisei nel corso del tempo avevano
ripudiato quasi del tutto la Legge di Dio e vi avevano sostituito le
proprie massime, più confacenti ad essi e ai loro mondani interessi, per
opprimere e non per aiutare il popolo, le vedove e gli orfani.
Come si comportavano infatti i farisei verso i
peccatori di ogni tipo? Essi accettavano, per il riscatto dei peccati
degli altri, o del denaro o delle cospicue offerte d'altro genere ed in
cambio rilasciavano poi ai peccatori una lettera di immunità per i
peccati già commessi e nello stesso tempo, anticipatamente, anche per
quelli che ad un individuo del genere, avrebbe fatto comodo commettere in avvenire, cosicché essi
andavano dicendo a loro: “Se
proprio non potete osservare la dura legge, è meglio che facciate offerte
al Tempio!”. E così quei ministri del Tempio abolivano il
Comandamento di Dio sostituendolo con le loro massime mondane ispirate al
più grande egoismo, poiché l’unica loro preoccupazione era rivolta
unicamente alla vita comoda a spese della povera e cieca umanità.
All’estremo opposto, il Signore non cambia
nemmeno un trattino nella Legge di Mosè, ed è per questo motivo che i templari
cercavano di ucciderLo, perché andava contro i loro precetti perversi, ma
i suoi due comandamenti dell’Amore compenetrano, colmano e per
conseguenza accolgono in sé tutti gli altri dieci comandamenti e tutte le
esortazione dei profeti, quest’ultimi tutti lapidati dai farisei.
I due comandamenti sono: “Ama Dio sopra ogni cosa e il
prossimo tuo come te stesso”
Quando Mosè dice: “Tu devi credere in un Dio solo, e accanto al vero Dio non devi avere
alcun altro Dio estraneo e fatto di niente dei pagani!”, questo
primo Comandamento lo adempi più che perfettamente se ami Dio sopra ogni
cosa! Infatti potresti amare un Dio proprio sopra ogni cosa qualora prima
non credessi senza alcuna possibilità di dubbio che Egli esiste
veramente? Ma se tu, mediante il tuo amore per Lui, dimostri in maniera più
che chiara e vivente che credi in un Dio, saresti capace, nel tuo grande
amore per Lui, di diffamare, di disonorare e profanare il Suo Nome? Di
certo mai in eterno! Infatti ciò che ad un essere umano è supremamente
caro, egli lo onora nella misura maggiore possibile, anzi egli si opporrà
con la massima decisione e molto seriamente a chiunque si azzarderà in un
qualsiasi modo a disonorare l’oggetto del suo massimo amore.
Oppure non ti ribelleresti nel tuo animo se
qualcuno tentasse di disonorare tuo padre che tanto ami? Se tu dunque ami
Dio sopra ogni cosa, potrai mai arrivare al punto di profanare in qualche
modo il Suo Nome? Se dunque queste cose le consideri attentamente in te,
già al primo sguardo non può che riuscirti assolutamente chiaro che
tanto il primo, quanto il secondo Comandamento di Mosè sono completamente
contenuti nel solo Comandamento dell’amore per Dio.
Se tu ami ormai Dio certamente sopra ogni
cosa, e appunto perciò anche Lo onori sopra ogni cosa, non desidererai
ritirarti, e ciò quanto più spesso ti sarà possibile, dalle attività
quotidiane del mondo per occuparti dell’oggetto del tuo ardentissimo
amore? Sì, questo è certissimamente vero e sicuro. E vedi, è in ciò
che consiste anche la verissima e giustissima celebrazione del Sabato
comandata da Mosè, la sola che è valida al cospetto di Dio. Infatti poco
o nulla affatto interessa il giorno in sé, ma quello che unicamente ha
importanza è che tu, di giorno o di notte, rivolga il tuo pensiero
volentieri a Dio nell’amore e nella pace del tuo cuore, e che ti
intrattenga con Lui. E vedi, così pure il terzo Comandamento di Mosè
risulta contenuto nel solo Comandamento dell’amore per Dio.
Chi, di conseguenza, ama veramente Dio sopra
ogni cosa, Lo ha anche certamente riconosciuto ed ha una fede vivente,
onora Dio anche sopra ogni cosa e senza dubbio Lo avrà sempre in cima ad
ogni suo pensiero. E colui che fa così, non può peccare contro Dio. O può
forse una sposa peccare in qualche modo contro il suo sposo che lei ama
ardentemente e del quale sa che la ricambia con un amore ancora più
ardente del suo? No, di sicuro, per la ragione che ambedue nei loro cuori
si sono perfettamente unificati appunto attraverso l’amore. Chi però
ama veramente Dio sopra ogni cosa, e quindi attraverso l’amore è
diventato una cosa sola con Dio, costui amerà pure i suoi simili, come
figli di uno stesso Padre, altrettanto quanto ama se stesso, e farà loro
quello che ragionevolmente vuole che gli uomini facciano a lui.
Nel quarto Comandamento è comandato ai figli
di amare i loro genitori. A questo mondo i genitori costituiscono certo in
primissimo luogo il prossimo dei loro figli e li amano immensamente; essi
li nutrono, li proteggono e li educano, e perciò si meritano certamente
l’amore e il rispetto dei loro figli.
Se poi un figlio bene educato ama e onora i
propri genitori, è evidente che non trascurerà nulla di tutto ciò che
è gradito ai suoi genitori. E così un figlio preparerà anche per se
stesso una vita lunga e sana e colma di benedizione sulla Terra; oltre a
ciò un figlio che ama ed onora i propri genitori, amerà pure i propri
fratelli e sorelle, e cercherà di far loro tutto il bene possibile.
E un figlio, od un uomo, che ama e rispetta i
genitori nonché i propri fratelli e sorelle, amerà di certo anche i suoi
simili, perché sa e riconosce che essi sono tutti figli dell’Uno e
Medesimo Padre che è in Cielo.
Dall’originario vero amore per i genitori
l’uomo viene dunque guidato al riconoscimento di Dio, di se stesso,
nonché al giusto riconoscimento del proprio prossimo, e gli è ben presto
e facilmente chiaro perché Dio ha creato gli uomini e cosa questi sono
destinati tutti a diventare. Con ciò infine egli giunge sempre più
all’amore per Dio, e attraverso questo amore anche al completamento
della propria vera vita interiore-spirituale.
Ma chi ama ed onora in questo modo i propri
genitori e i propri fratelli e sorelle, e anche gli altri uomini che
rappresentano il suo prossimo, e perciò ama ed onora Dio sopra ogni cosa,
potrà mai commettere peccato contro qualcuno? No assolutamente, perché
egli non invidierà nessuno, non odierà, né maledirà nessuno, e nessuno
verrà da lui ucciso né nel corpo, né nell’anima suscitando e
coltivando sentimenti perversi. Egli terrà un comportamento onesto e ben
costumato verso chiunque, lascerà volentieri a ciascuno il suo, non
mentirà e non ingannerà nessuno, e qualora sia diventato il legittimo
sposo di una donna, oppure qualora una giovane sia diventata sposa di
un uomo, né il primo desidererà la moglie del suo prossimo, né la
seconda sarà indotta a desiderare il marito della sua vicina.
Si potrà
rilevare già molto bene come la Legge di Mosè e tutti i profeti siano
contenuti nei due Precetti dell’amore, e come questi due Precetti non significhino affatto l’abrogazione della Legge mosaica e
degli altri profeti, ma che anzi ne costituiscano il pieno adempimento.