Gesù, uscito
dalla sinagòga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in
compagnia di Giacomo e di Giovanni.
La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di
lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la
lasciò ed essa si mise a servirli.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e
gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni;
ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò
in un luogo deserto e là pregava.
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e,
trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene
altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo
infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando
i demòni.
Diciamo sue parole su come Gesù guarisce le malattie: Gesù si accosta (materialmente o spiritualmente) sollevando la persona o lo spirito dalla sua malattia; il male (fisico o spirituale) è costretto ad allontanarsi.
C’è un’azione di avvicinamento (del Sommo Bene) e un conseguente allontanamento (del male).
Ritorna in mente la frase di Gesù: “Venite a me, benedetti del Padre Mio” ….contrapposta ad: “Andate maledetti nel Fuoco eterno.”
Ritorniamo alla preghiera di Gesù. Gesù resta solo per congiungere più intimamente l’eterno Suo Spirito paterno (Io e il Padre siamo una cosa sola) con tutto il Suo Essere (umanità di Gesù)
Per coloro che vivevano vicino a Gesù era chiaro che la divinità di Gesù non era separata dalla divinità del Padre. La divinità di Gesù è lo Spirito del Padre presente nella Sua pienezza nell’Uomo Gesù. Se leggiamo poi Giovanni che dice: “Dio è Spirito”…si capisce con più facilità l’unicità della natura divina.
Ma se la divinità di Gesù è lo spirito del Padre…. perché pregarLo…. perché “congiungersi”?
Per il semplice motivo che su questa Terra Egli porta, come noi tutti, un corpo di carne e di sangue, dai quali la Sua anima si è sviluppata come la nostra, per essere capace di raggiungere la piena unione con lo Spirito divino. Soltanto lo Spirito in Lui è Dio, tutto il rimanente invece è uomo, come noi pure siamo uomini. Se Egli prega, ciò non vuol dire altro dunque che Egli, il Suo elemento umano, lo fa compenetrare del tutto dal Suo Spirito divino (Padre, Spirito primordiale).
Gesù tenta di raccordare alla perfezione la sua natura umana con la natura divina del Padre che è presente in Lui, ma ci sono delle cose, che neanche il Figlio conosce. Per questo Gesù prega, chiedendo queste cose che sono solo nel “nucleo” più intimo del Padre.
La giornata del signore era piena di impegni, così che "ruba" parte della notte al sonno per raccoglierSi con il Padre. Niente parole, niente letture, ma trascorreva questo tempo in totale quiete, occupandosi del padre nel Suo intimo.
Chiudiamo per qualche mezz'ora la bocca e gli occhi e puntiamo il nostro pensiero al cuore, là dove è presente lo Spirito di Dio.