Siccome
molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e
non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle
e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere
mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne
la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se
getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono
comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è
stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra
contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con
diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre
l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere
mio discepolo».
E’
un passo del Vangelo che può ben trovare collocamento ai nostri tempi.
Molti
si considerano buoni cristiani, migliori soprattutto di qualcun altro a
loro vicino. Seguono il Cristo chi da vicino, chi da lontano. E
vi sono pure le madri e i padri, i figli e i fratelli. Ognuno ha a cuore
il proprio rapporto di parentela.
Gesù si ferma. Si volta. Ci guarda e ci parla al cuore. E ci dice:
“Non
potete seguirmi”.
Che
mazzata, Signore, che ci hai dato oggi. Come la mazzata che hai dato a
Pietro quando dicesti: “Vade retro, satana!”
Non
scandalizziamoci delle parole del Signore, che sono le uniche giuste e
vere. Anche oggi ci vuole dire qualcosa di importante.
Anche
se Gesù ci parla severamente, esso lo fa per mostrarci quanto di umano
c’è ancora in noi. Se
un padre o una madre non hanno altra cura per i propri figli se non quella
che essi siano ben provvisti nei confronti di questo mondo, e non
ritengono che valga di più la vita dell'anima dei figli stessi, allora
essi fanno ancora una volta affidamento a tutto ciò che è materiale. Chi
vuol salvare la propria vita (terrena), la perderà (quella spirituale);
ma chi per amore del Signore perderà la sua vita (terrena), costui la
troverà (quella spirituale).
Se
qualcuno vuole liberarsi dalla materialità della propria anima, pur
essendo ancora nella carne, conviene che costui prenda la propria croce
(condanna dal mondo) e Lo segua.
Chi pensa di costruire una torre, dove altre persone possano trovare ristoro, riparo, consistente della predicazione del Vangelo del Signore, deve ben conoscere prima su quali mezzi fa affidamento. Perché se i mezzi non sono spirituali, le persone non troveranno mai ristoro e risposte nella predicazione che ci si era prefissati di operare.
Seguendo
il Cristo, quindi non limitiamoci ad ascoltare
la Sua Parola, ma operiamo piuttosto come essa ci insegna. E nello stesso
modo in cui dobbiamo anzitutto dimostrare di mettere veramente in pratica
la Sua Parola se vogliamo riuscire a comprendere in maniera vivificante
nei nostri cuori Chi sia Colui che ci ha dato questa Dottrina, nonché il
comandamento dell’amore, così dovremo ugualmente incitare all’azione
tutti coloro ai quali annunceremo la Sua Parola, poiché, finché la
Parola rimane racchiusa solo nel cervello, non ha maggior valore di quanto
ne abbia il vuoto ragliare dell’asino il quale pure con la sua voce
perviene alle orecchie altrui.
Soltanto quando la Parola penetra nel cuore diviene forza viva, si impadronisce subito della volontà la quale è il centro di gravità dell’amore, e con ciò incita l’intero uomo all’azione.
In
seguito poi a tale attivo operare si forma nell’uomo vecchio un nuovo
uomo, e la Sua Parola si converte allora veramente in nuova carne ed in
nuovo sangue.
E
sarà quest’uomo nuovo in noi che ci renderà ad alta voce testimonianza
che le Sue Parole sono veramente Parole di Dio, le quali oggi ed in tutti
i tempi dei tempi hanno la stessa potenza e forza di azione come le hanno
avute prima di oggi nelle eternità delle eternità, poiché tutto quello
che noi percepiamo con la vista, con l’udito, con l’odorato, con il
gusto e con il tatto non è altro, nella sua essenza, che la Parola di
Dio.
Colui
che da eternità comandò di esistere, fuori da Se Stesso, a soli, terre e
lune, e segnò le loro ampie orbite negli spazi, Costui ora dirige noi
verso le nuove vie della vita eterna.