Gesù
gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi
ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono
venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno;
perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la
parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non
ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha
ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento
è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le
ha dette a me».
Oggi
vengono affrontati due grandi argomenti: la Trinità di Dio e la presunta
condanna da parte dello Stesso.
Perché
mi sta a cuore dirvi qualcosa sulla Trinità? Perché il Dio che ci viene
disegnato oggi non è conforme al Dio Vivente. E
per amare Dio Lo si deve conoscere, sapere come agisce, scrutare le Sue
opere.
Gli
scritti dei profeti dicono e spiegano come Gesù Cristo, chiamato anche il
Figlio dell’uomo, sia il vero Dio, quantunque Egli venga indicato e
nominato con vari Nomi come Padre, Figlio e Spirito.
Come
ormai a voi deve essere già noto, l’anima, il suo corpo esteriore ed il
suo spirito interiore sono così uniti da formare un solo essere, o, per
così dire, alla fin fine formano una sola sostanza individuale, mentre
fra di loro sono una triplicità ben distinta; appunto proprio altrettanto così uniti sono Padre, Figlio e
Spirito, come insegnano chiaramente gli scritti dei primi padri e dei
profeti appena menzionati.
Se
il Figlio era fin dall’eternità, come poteva Egli venire generato? E se
poi anche lo Spirito Santo era fin dall’eternità, come poté Egli
provenire dal Padre e dal Figlio ed avere così la Sua origine? E se le
tre Persone Divine sono nell’insieme eterne e senza principio, allora
l’Una non poteva dare all’Altra il principio dell’esistenza.
Il
Padre è, quale un Uomo nella Carne, il Figlio, e non è stato mai
generato da altri, ma soltanto da Sè Stesso, ed è appunto perciò, in
modo assoluto, il Suo proprio Padre dall’eternità. Dove altro potrebbe
essere il Padre se non soltanto nel Figlio, e dove il Figlio se non
soltanto nel Padre, dunque, soltanto
un Dio e Padre in una Persona?
Dunque,
il corpo di Gesù è la
Figura glorificata del Padre, a causa degli uomini e degli angeli, affinché
sia per loro un Dio comprensibile e visibile e noi possiamo vederLo, ascoltarLo e parlarGli, e tuttavia vivere. Prima
infatti era detto che nessuno poteva vedere Dio e tuttavia vivere. Gesù
dunque è universalmente Dio, ed in Lui c’è il Padre, nonché la
Sapienza emanante da Lui Stesso secondo il Suo Amore; e la Forza che
emana, secondo la Sua onnipotente Volontà, e che riempie dappertutto lo
spazio eternamente infinito e la cui influenza giunge dappertutto, è lo
Spirito Santo.
Gesù,
come Lo vedevano tra loro quale Uomo-Dio, era tra loro con tutta la Sua
Essenza centrale originaria, completa e indivisa, e perciò, Quale il
verissimo Dio e nello stesso tempo Uomo, personalmente non Si trovava da
nessuna parte in nessun altro luogo né sulla Terra, né meno ancora su
qualche altro pianeta; però operando con la Forza emanante da Sè Stesso,
che per l’appunto è lo Spirito Santo, riempiva e riempie tuttavia tutti
i Cieli, nonché l’infinito spazio materiale.
Spiritualmente
parlando, il Padre in Gesù è l’eterno Amore, e come tale il Fondamento
Originale e la vera e propria Sostanza Originale di tutte le cose, la
quale riempie l’intera eterna Infinità. Gesù come Figlio è la Luce e
la Sapienza che provengono dal Fuoco dell’eterno Amore. Questa Luce
possente è l’eterna perfetta Coscienza di Sé e la chiara Conoscenza di
Sé di Dio e l’eterna Parola in Dio, attraverso la quale è stato fatto
tutto quello che c’è.
Ma
affinché tutto questo possa essere fatto, occorre anche la potentissima
Volontà di Dio, e ciò è appunto lo Spirito Santo in Dio, mediante il
quale le opere e gli esseri ottengono la loro piena esistenza. Lo Spirito
Santo è la grande Parola pronunciata: “Sia fatto!”, ed ecco
esserci ciò che l’Amore e la Sapienza in Dio hanno deciso.
Ma
che anche noi abbiamo in noi stessi la medesima triade, totalmente a Sua
somiglianza come l’ha Dio Stesso, vi sarà mostrato subito: ciascun uomo
ha in sé un amore, e in seguito a tale amore anche una volontà; infatti
l’amore in se stesso è un bramare ed esigere, e nel bramare ed esigere
sta appunto la volontà. Amore e volontà li ha perfino il più rozzo e
incolto degli uomini. Ma che cosa ne ottiene? Egli procede solo al
soddisfacimento dei suoi bisogni più bassi e materiali, che
istintivamente dal suo rozzo amore si traducono in volontà, dalla quale
la sua intelligenza non coglie altro che una nebbia oscura. Guardate gli
effetti prodotti da simili uomini, se non sono molto peggiori di quelli
che producono gli animali, l’amore e l’intelligenza dei quali sono
guidati da un influsso superiore!
In
tutt’altro modo stanno invece le cose, riguardo all’amore e alla sua
volontà, in quegli uomini la cui intelligenza è divenuta una chiara
luce. Tale intelligenza
allora illumina totalmente l’amore, la sua volontà, e così tutto
l’uomo. Soltanto allora l’amore fornisce i mezzi puri, la luce -
ovvero la sapienza
- ne predispone l’ordine, e la volontà li mette in opera. Ma l’uomo,
avendo anch’egli in sé una tale facoltà a somiglianza di Dio, consiste
per tale motivo di tre uomini, oppure è un solo uomo?
E
questo Amore elargito dalla Sapienza è la Parola che una volta non
accolta, costringerà nell’ultimo giorno all’uomo sordo di vergognarsi
per l’abisso che si presenterà tra l’Amore chiesto da Dio e l’amore
elargito dall’uomo sordo e cieco ai richiami del Padre. Chi dunque
ascolta la Parola e non crede, Gesù non lo giudicherà per questo, poiché non è venuto per giudicare il mondo e per dominarlo come un re
tiranno, ma per rendere beato il mondo attraverso la Parola e per
portargli la Pace. Chi Lo disprezza e non accoglie le Sue parole, costui
ha già abbastanza di ciò che lo giudica, poiché sarà la Parola che Gesù
ha detto, la quale rimarrà eternamente, a giudicarlo nel suo ultimo
giorno, nel quale egli si separerà da questo mondo terreno per entrare
nel Regno eterno dove Gesù sarà ed eternamente rimarrà veramente Re.
Non la mancata conoscenza, ma la mancata accettazione della Parola di Dio
come modello di Vita ci farà sprofondare nella vergogna, o ancora peggio,
nel nostro orgoglio e nel nostro egoismo.
Riconosciamo la nostra nullità e il nostro bisogno di appartenere al Padre.