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Le cose che Io dico le dico come il Padre le ha dette a Me. 
Gv 12, 44-50

Gesù gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna.  Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me». 

 

Oggi vengono affrontati due grandi argomenti: la Trinità di Dio e la presunta condanna da parte dello Stesso.

Perché mi sta a cuore dirvi qualcosa sulla Trinità? Perché il Dio che ci viene disegnato oggi non è conforme al Dio Vivente. E per amare Dio Lo si deve conoscere, sapere come agisce, scrutare le Sue opere.

Gli scritti dei profeti dicono e spiegano come Gesù Cristo, chiamato anche il Figlio dell’uomo, sia il vero Dio, quantunque Egli venga indicato e nominato con vari Nomi come Padre, Figlio e Spirito.

Come ormai a voi deve essere già noto, l’anima, il suo corpo esteriore ed il suo spirito interiore sono così uniti da formare un solo essere, o, per così dire, alla fin fine formano una sola sostanza individuale, mentre fra di loro sono una triplicità ben distinta; appunto proprio altrettanto così uniti sono Padre, Figlio e Spirito, come insegnano chiaramente gli scritti dei primi padri e dei profeti appena menzionati.

Se il Figlio era fin dall’eternità, come poteva Egli venire generato? E se poi anche lo Spirito Santo era fin dall’eternità, come poté Egli provenire dal Padre e dal Figlio ed avere così la Sua origine? E se le tre Persone Divine sono nell’insieme eterne e senza principio, allora l’Una non poteva dare all’Altra il principio dell’esistenza.

Il Padre è, quale un Uomo nella Carne, il Figlio, e non è stato mai generato da altri, ma soltanto da Sè Stesso, ed è appunto perciò, in modo assoluto, il Suo proprio Padre dall’eternità. Dove altro potrebbe essere il Padre se non soltanto nel Figlio, e dove il Figlio se non soltanto nel Padre, dunque, soltanto un Dio e Padre in una Persona?

Dunque, il corpo di Gesù  è la Figura glorificata del Padre, a causa degli uomini e degli angeli, affinché sia per loro un Dio comprensibile e visibile e noi  possiamo vederLo, ascoltarLo e parlarGli, e tuttavia vivere. Prima infatti era detto che nessuno poteva vedere Dio e tuttavia vivere. Gesù dunque è universalmente Dio, ed in Lui c’è il Padre, nonché la Sapienza emanante da Lui Stesso secondo il Suo Amore; e la Forza che emana, secondo la Sua onnipotente Volontà, e che riempie dappertutto lo spazio eternamente infinito e la cui influenza giunge dappertutto, è lo Spirito Santo.

Gesù, come Lo vedevano tra loro quale Uomo-Dio, era tra loro con tutta la Sua Essenza centrale originaria, completa e indivisa, e perciò, Quale il verissimo Dio e nello stesso tempo Uomo, personalmente non Si trovava da nessuna parte in nessun altro luogo né sulla Terra, né meno ancora su qualche altro pianeta; però operando con la Forza emanante da Sè Stesso, che per l’appunto è lo Spirito Santo, riempiva e riempie tuttavia tutti i Cieli, nonché l’infinito spazio materiale.

Spiritualmente parlando, il Padre in Gesù è l’eterno Amore, e come tale il Fondamento Originale e la vera e propria Sostanza Originale di tutte le cose, la quale riempie l’intera eterna Infinità. Gesù come Figlio è la Luce e la Sapienza che provengono dal Fuoco dell’eterno Amore. Questa Luce possente è l’eterna perfetta Coscienza di Sé e la chiara Conoscenza di Sé di Dio e l’eterna Parola in Dio, attraverso la quale è stato fatto tutto quello che c’è.

Ma affinché tutto questo possa essere fatto, occorre anche la potentissima Volontà di Dio, e ciò è appunto lo Spirito Santo in Dio, mediante il quale le opere e gli esseri ottengono la loro piena esistenza. Lo Spirito Santo è la grande Parola pronunciata: “Sia fatto!”, ed ecco esserci ciò che l’Amore e la Sapienza in Dio hanno deciso.

Ma che anche noi abbiamo in noi stessi la medesima triade, totalmente a Sua somiglianza come l’ha Dio Stesso, vi sarà mostrato subito: ciascun uomo ha in sé un amore, e in seguito a tale amore anche una volontà; infatti l’amore in se stesso è un bramare ed esigere, e nel bramare ed esigere sta appunto la volontà. Amore e volontà li ha perfino il più rozzo e incolto degli uomini. Ma che cosa ne ottiene? Egli procede solo al soddisfacimento dei suoi bisogni più bassi e materiali, che istintivamente dal suo rozzo amore si traducono in volontà, dalla quale la sua intelligenza non coglie altro che una nebbia oscura. Guardate gli effetti prodotti da simili uomini, se non sono molto peggiori di quelli che producono gli animali, l’amore e l’intelligenza dei quali sono guidati da un influsso superiore!

In tutt’altro modo stanno invece le cose, riguardo all’amore e alla sua volontà, in quegli uomini la cui intelligenza è divenuta una chiara luce. Tale intelligenza allora illumina totalmente l’amore, la sua volontà, e così tutto l’uomo. Soltanto allora l’amore fornisce i mezzi puri, la luce - ovvero la sapienza - ne predispone l’ordine, e la volontà li mette in opera. Ma l’uomo, avendo anch’egli in sé una tale facoltà a somiglianza di Dio, consiste per tale motivo di tre uomini, oppure è un solo uomo?

E questo Amore elargito dalla Sapienza è la Parola che una volta non accolta, costringerà nell’ultimo giorno all’uomo sordo di vergognarsi per l’abisso che si presenterà tra l’Amore chiesto da Dio e l’amore elargito dall’uomo sordo e cieco ai richiami del Padre. Chi dunque ascolta la Parola e non crede, Gesù non lo giudicherà per questo, poiché non è venuto per giudicare il mondo e per dominarlo come un re tiranno, ma per rendere beato il mondo attraverso la Parola e per portargli la Pace. Chi Lo disprezza e non accoglie le Sue parole, costui ha già abbastanza di ciò che lo giudica, poiché sarà la Parola che Gesù ha detto, la quale rimarrà eternamente, a giudicarlo nel suo ultimo giorno, nel quale egli si separerà da questo mondo terreno per entrare nel Regno eterno dove Gesù sarà ed eternamente rimarrà veramente Re. Non la mancata conoscenza, ma la mancata accettazione della Parola di Dio come modello di Vita ci farà sprofondare nella vergogna, o ancora peggio, nel nostro orgoglio e nel nostro egoismo.

Riconosciamo la nostra nullità e il nostro bisogno di appartenere al Padre.