In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è
simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un
granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe,
divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i
suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile
al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché
non fu tutta lievitata».
Mi piace sottolineare questo passo del brano di oggi: “che
un uomo prese è gettò nel suo giardino”.
Prima di tutto, umiltà;
il granello di senape è piccolo rispetto a moltissime altre sementi.
In secondo luogo, iniziativa;
l’uomo prende il seme e lo getta.
Terzo punto, proprietà; il seme è gettato nel proprio giardino, ossia nel proprio cuore. Questo perché, come dice il Signore: “Il Regno di Dio non viene con fronzoli esteriori, ma esso è in voi!”
Sappiamo
quindi che il Regno di Dio, come vera e propria Luce non viene mai
esteriormente con impronta visiva materiale, ma solamente in completo
assoluto silenzio interiormente nell’uomo, in modo completamente
inosservato, come un granello di senape quando è seminato nel terreno e
poi viene fuori dalla terra come una pianticella assai delicata che poi
diventa più grande e più solida, e poi mette rami e rametti, così che, quando
è cresciuta, perfino gli uccellini del cielo (i pensieri più elevati) vi
prendono dimora.
Il
Regno di Dio viene fuori anche, come un bambino dal grembo materno, dal
cuore dell’uomo e scorre poi attraverso
l’intero uomo e mette radici in tutte le sue parti, e fa che tutto
l’uomo diventi alla fine un essere totalmente nuovo ed immortale in
tutte le sue parti.
Questa
Luce, questo vero Regno di Dio, non può mai provenire dall’esterno, ma
proviene sempre e soltanto da ogni singolo stesso uomo, se egli ha la
conoscenza della Scrittura e conformemente a ciò è battezzato attraverso
opere e attraverso la testimonianza fortemente percettibile dello Spirito
Santo.
Il primo segno del Regno di Dio che sta venendo è la giusta mansuetudine ed umiltà, come pure nella propria mortificazione rispetto agli allettamenti da parte del mondo. E l’umiltà genera amore, verso Dio e verso il prossimo. Chi è diventato forte in tutto questo, costui ha già il Regno di Dio in sé; con l’unificazione dello Spirito di Potenza da Dio con l’anima, è diventato appunto uno con Dio. Con ciò si eleva al di sopra della costrizione del tempo e dello spazio, e perciò anche al di sopra di ogni giudizio e di ogni morte.
Il Regno di Dio in noi è precisamente “l’amore in noi”, e questo amore è anche il nostro stesso spirito, è la Scintilla Divina immessa in noi pochi giorni prima della nascita. Lo spirito puro in sé, come sostanza e come elemento, è un fuoco e una luce, ovvero è in sé l’amore e la sapienza stessi, tuttavia con questi concetti noi non dobbiamo raffigurarci affatto un fuoco materiale, né un amore dei sensi e nemmeno una luce come quella del sole o come quella di una lampada accesa, quantunque tra gli uni e gli altri sussista un rapporto di rispondenza. Infatti il fuoco dello spirito è puramente vita, e la sua luce è la sua sapienza.
Ogni singolo uomo, che sia rinato nell’anima, è un tale granello di senape gettato nell’orto; ciò significa: “Egli è una creatura dell’Amore del Signore e, con ciò, è una vivente Parola dell’Amore Stesso. Quando questa Parola germoglia nel terreno dell’Amore, il quale venne posto libero fuori da Dio, essa diventa, fino in fondo, un albero vivente, pieno di amore e di ogni vita proveniente da Dio”
Perciò quando noi ci avviciniamo ad un tale albero, è naturale che ci meravigliamo che, nella sua vicinanza, ci sia dato di scorgere una tale infinita e meravigliosa pienezza dei Cieli, che è infinita dentro lo spirito di ogni uomo, come lo è l’ Amore di Dio, la Sua Grazia e la Sua Misericordia.
Soltanto così noi ne potremo trarre tutta la vera utilità interiore e, infine, scorgere in noi, in una limpida luce, che la Sua Parola scritta è, in sé, simile a Lui ed è, nello stesso tempo, l’infinito Regno vivente dei Cieli presso di noi, tra di noi e, se lo vorremo accogliere attivamente nei nostri cuori, vivente in noi.
Per questa ragione lo spirito destato nell’anima di ogni uomo abiterà, contemplerà e utilizzerà quel Regno che egli si è conquistato in sé con il suo amore per il Signore.