Gesù
scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava
alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva
autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro;
cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei
venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo
gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun
male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola
è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed
essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della
regione circostante.
“Gesù scese a
Cafarnao”;
questa frase ha due significati, uno naturale e uno spirituale.
Nazareth era situata nei pressi di un monte, ma non è
ubicata nella località omonima che è meta di turisti e pellegrini; la
vera Nazareth distava circa 2,5 km dal lago di Galilea (nel territorio ove
scorreva il Giordano superiore), e Cafarnao ne era il naturale punto di
approdo “via mare”. Possiamo dire con sufficiente precisione che
salire da Cafarnao a Nazareth, a dorso di un asino, necessitava di poco
meno di un’ora di tempo. Quindi “Gesù scese a Cafarnao”, in quanto
il punto di partenza era Nazareth.
Cafarnao era inoltre una cittadina dedita agli affari e al
commercio, situata sembra su un piccolo monte fino alla foce del Giordano.
Là dove il commercio e gli affari tengono occupati gli uomini, non vi è
più posto per la fede e per l’amore e dove questi ultimi sono venuti
meno, Gesù può fare poco o niente. “Gesù scese a Cafarnao”
sottolinea quindi i bassi sentimenti che animavano questa città.
Tutti notano una grande autorità nel modo di parlare di
Gesù; ma l’illuminazione dei presenti non
andava oltre la flebile percezione che non si trovavano di fronte al
solito oratore. Il sentimento di elevatezza, dato dal Signore a tutti gli
uomini (voi siete dei!) era ottenebrato dall’opposto sentimento della
obbligata dipendenza da Dio.
Puoi riconoscere Dio come Padre e Misericordia, oppure come Padrone
e Giudice inesorabile.
Demoni e angeli riconoscono Dio. Gesù si mostra innanzi ai demoni; in Lui non c’è ombra di peccato alcuno. La Sua purezza costringe i demoni ad arretrare, ad allontanarsi; così tanta luce è insopportabile per chi vive nelle tenebre. Ecco….santo di Dio è Colui nel quale non vi è traccia di peccato, ed è ricolmo d’amore. Ed ecco che, un uomo posseduto da uno spirito impuro, vide in Gesù il Padrone, il Dominatore che su tutti incute paura e terrore.
“Io so chi tu sei, il Santo di Dio!" Gli spiriti impuri tremano e indietreggiano davanti a questa dipendenza totalitaria dal Creatore. Se non vedi Dio come Padre e Amore, allora devi riconoscerlo sicuramente come un Padrone che ti opprime con le sue regole e le sue richieste.
L’ammonimento a tacere è dettato dal fatto che una pubblicità
troppo ampia avrebbe di molto limitato in Gesù la possibilità di
spostarsi liberamente per predicare la Buona novella a tutto il popolo di
Israele.
Il demone è demone perché ha rifiutato di adempiere la volontà
di Dio e perché persiste nel proprio proponimento egoistico di cercare un
benessere personale. Esso ha creato una “controlegge” nel proprio
cuore, che contrasta con la legge del Signore.
Dovremmo anche noi chiederci, nonostante siamo coscienti di cosa ci
chiede la Parola del Signore, se ci è più comodo molte volte proseguire
per la nostra strada, additando il Signore come possibile ostacolo o
addirittura nemico al perseguimento dei nostri mondani interessi.
“Basta! Che vuoi da noi,
Gesù Nazareno?
Non
chiudiamo le porte a Cristo.