Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Gesù sta lasciando Gesaira, è sulla barca con
i discepoli e gli apostoli, intende
dirigersi verso la valle del Kisjon che all’epoca era bagnata dal lago
di Galilea, proprio come Gesaira. Seconda e terza parabola, dette subito
dopo quella della zizzania che cresce insieme al grano buono.
Nella parabola del granello di senape, si può dedurre come
l’uomo, o più precisamente l’anima dell’uomo, sia un vaso ricettore
della vita proveniente da Dio. Il seme deve essere impiantato nel campo,
che è il cuore dell’uomo, dove risiede la sua anima e dentro di essa,
la scintilla dello Spirito di Dio. L’anima dell’uomo non è di gran lunga
ancora la vita stessa; soltanto la piccolissima Scintilla nel centro dell'anima è quello che si denomina lo
Spirito di Dio e che costituisce la vera vita. Questa Scintilla deve
venire nutrita con del cibo spirituale che è la Parola di Dio. Attraverso
questo nutrimento, l’anima può perfezionarsi e crescere, proprio come
un albero, facendo
uso spontaneo della Parola attraverso la quale essa deve necessariamente
ed immancabilmente arrivare alla perfezione; sennonché, all'anima
chiamata alla dignità di libera figlia di Dio, tale Parola, che serve a
raggiungere lo scopo, non viene certo mai imposta, ma le viene
semplicemente data come i materiali che sono necessari ad un savio
architetto quando si tratta della costruzione di un edificio.
Sembra
tutto facile, ma in realtà non lo è. Il Regno di Dio, per essere
sviluppato nel cuore dell’uomo, deve aver prima aver combattuto contro
le tendenze carnali nell’anima.
Nella
misura in cui l’anima si incammina concretamente per le vie spirituali
sempre più pure, nella stessa misura a lei si unisce poi anche il suo
interiore e puro spirito dall’Aldilà. E quando essa, per mezzo del suo
intelletto fattosi sempre più puro (uccelli che fanno il nido tra i sui
rami) e per mezzo della sua volontà resasi così sempre più libera, si
è completamente spogliata di tutto ciò che è del mondo, allora essa si
è fatta simile al proprio spirito ed è una cosa sola con lui,
unificazione questa che noi vogliamo chiamare Regno di Dio o rinascita
spirituale. E così essa diventa una cosa sola con il proprio spirito,
pure essendo ancora nel proprio corpo, e potrà fare precisamente quello
che può fare il Signore, quale appunto uno spirito riunito alla sua
anima.
Cerchiamo
quindi di elevare tutti i nostri pensieri e le nostre opere, in modo che
possono trovare supporto tra le ramificazioni della volontà di Dio. Il
Regno di Dio è in mezzo a noi, è un granello di senape a cui vanno
dedicate tutte le attenzioni possibili.
Se non gli si dà acqua, il seme muore, e così avviene per il Regno di Dio.