In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
E’ difficile fare violenza su se stessi e fare del bene anche ai nostri nemici, prenderne a cuore le difficoltà, le eventuali povertà materiali e spirituali. Ogni piccola opera d’amore su di loro viene benedetta tre volte dal Signore. Un approccio amorevole aiuta ad allontanare la spina dell’animosità, aiuta noi stessi ad ottenere la Grazia, risveglia di nuovo l’amore corrisposto in coloro ai quali facciamo del bene.
Con tale comportamento, offriamo in sacrificio il superamento di noi stessi, l’aver vinto la naturale disposizione a chiuderci ed a irrigidirci. Disponiamo di numerose occasioni per adoperarci in tali atti d’amore per il prossimo, in qualsiasi questione ci troviamo a valutare con loro nell’animosità.
All’inizio sarà ben difficile, ma poco a poco la voce interiore ci renderà facile la nostra buona intenzione. Ci incoraggerà e non tacerà prima di non aver eseguito l’opera d’amore.
C’è l’effettivo pericolo non di renderci conto dell’effetto indicibilmente benefico che apporta una tale opera d’amore, quando l’avversario non vuole ammettere che il nostro amore gli fa bene; allora siamo facilmente scoraggiati ed inclini ad astenerci da ulteriori opere d’amore, e riconosciamo quanto invece sarebbe utile perseverare in questo nostro buon intento.
Non riusciamo a riconoscere chiaramente la benedizione spirituale che ne riceviamo, ma per l’anima è di innominabile valore, e di ogni tiepidezza, di ogni omissione, delle quali ci rendiamo colpevoli, ce ne pentiremo amaramente.
Nel mondo spirituale viene sempre lavorato nella direzione di formare gli uomini in esseri che amano la pace, di superare l’animosità e di trasformare l’odio ed il disamore in reciproco amore e bontà. Come può essere valutato prezioso questo agire reciproco, così indicibilmente dannoso deve essere considerato quando gli uomini si pongono uno di fronte all’altro nell’odio e nell’animosità. Questo distrugge ogni comunione spirituale fra gli uomini, e le anime che si allontanano sempre più nello sforzo di danneggiarsi reciprocamente, s’ingarbugliano così profondamente nella rete dell’avversario, che per loro sarà sempre più difficile liberarsi da essa, se non attraverso delle opere d’amore fatte reciprocamente.
Un tendere verso l’Alto con l’animosità nel cuore non è realistico, è da menzogneri; questa deve essere dapprima estirpata, l’uomo deve cercare di allontanare ogni odio e rancore dal cuore e poi, nella stessa misura, stabilire un buon rapporto.
Allora verrà concessa ogni Assistenza, e per il tempo della loro vita terrena è assicurato loro l’Aiuto delle buone Forze spirituali, che li proteggono da ulteriori animosità e con ciò salvaguardano anche l’anima da ricadute durante il suo lavoro di maturazione.
Cerchiamo quindi di osservare questo Comandamento, di amare i nostri nemici e di fare loro del bene, allora ci conquisteremo incommensurabili tesori spirituali per l’Eternità.