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Come può accadere questo?

Gv 3, 7b-15

 

Gesù disse a Nicodèmo: «In verità vi dico: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 
Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 
Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». 


Come mai a Nicodemo, uno tra i sapienti dottori d’Israele, riesce difficile comprendere ciò? E se lui, essendo maestro nelle Scritture, non riesce a comprendere queste cose, come potrà capirle chi delle Scritture conosce appena che c’è stato un Abramo, un Isacco e un Giacobbe?

 

Guardate che questa è una domanda che anche oggi il Signore fa ai sapienti odierni. Ma la luce non viene data ai sapienti, perché allora la domanda del Signore potrebbe trovare risposta solamente in colui che è dotato di una certa intelligenza.

 

La luce viene data ai piccoli, cioè a colui che ha il cuore umile, a colui che combatte la propria "umanità" con l'amore per Dio e verso gli altri. Eh già, perché l'umanità dell'uomo ha come caratteristica principale quello di mettere al centro se stesso, mentre l'uomo spirituale mette al centro della sua vita, Dio e il prossimo. E’ per questo motivo che il linguaggio spirituale, quello che usa Gesù con Nicodemo, ma anche con gli altri e con gli stessi apostoli, non è compreso dall’uomo che ha in sé ancora una tensione verso il soddisfacimento dei desideri della carne, dall’uomo che non tende allo Spirito, e rivela bene Nicodemo il suo stato spirituale quando  chiede stupito: "Come può accadere questo?" Nicodemo è ora in confusione totale.

 

Soltanto lo spirito, che in sé e per sé è spirito, sa cosa sia lo spirito e quale sia la sua vita.  La carne invece è solo un involucro del tutto esteriore e non conosce lo spirito, se quest’ultimo non si rivela all’involucro, alla scorza.

 

Ora, lo spirito di Nicodemo, ma anche il nostro spirito, è ancora troppo dominato ed occultato dalla carne, perché possa farsi conoscere da questa. In verità, in verità, ci dice il Signore, credete! Il Signore e i Suoi discepoli, che sono stati mandati qui dallo Spirito, non parlano il puro e semplice linguaggio spirituale, ma quello naturale e, giovandosi di figure simboliche naturali, rendono noto ciò che sanno in spirito e che in spirito hanno visto e noi non riusciamo a comprenderlo e ad accettarlo.

 

Se dunque non riusciamo a cogliere il senso delle cose elementari di cui ci sta parlando, dato che Gesù parla con noi di cose spirituali in modo terreno, così che esse in questa maniera diventano cose terrene in piena regola, cosa sarebbe della nostra fede se ci parlasse delle cose celesti, usando il puro linguaggio celestiale?

 

Noi però siamo ancora troppo poco maturi; siamo ancora come il vino nuovo che rimane torbido finché non abbia cessato di fermentare. Se versiamo il vino in un bicchiere di cristallo, e lo osserviamo alla luce, nessun raggio riuscirà a colpire il nostro occhio attraverso il bicchiere, a causa della torbidezza del vino. Questa stessa cosa succede all’uomo. Prima che egli sia sufficientemente fermentato, e in seguito a tale processo abbia allontanato da sé tutte le impurità, la Luce dei Cieli non può compenetrare il suo essere.

 

Gesù vuole dire un’ultima cosa a Nicodemo: qualora fosse in grado di comprenderla, conoscerà anche il tempo della rinascita dello spirito.

 

Ascoltiamo dunque anche noi!

 

“Nessuno sale al Cielo se non Colui che ne è disceso, cioè il Figlio dell’uomo, che è sempre in Cielo. E come Mosè ha innalzato il serpente nel deserto, così deve essere innalzato anche il Figlio dell’uomo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.”

 

Nessuno è salito in Cielo, fino al compimento dell'opera di Redenzione del peccato da parte di Gesù. Nessuno tranne Gesù, che era in Cielo prima dell'incarnazione nel ventre di Maria. Gesù deve essere innalzato sulla croce affinché si compia l'opera di Redenzione dal peccato, ma tutto ciò non serve se l'uomo non crede che il Signore ha dato la Sua Vita affinché l'uomo abbia la vita eterna.

 

Non è sufficiente pronunciare con la bocca il nome di Gesù per diventare liberi dalla nostra colpa, noi stessi dobbiamo andare da Lui, dobbiamo darci a Lui nella fiducia infantile e nella consapevolezza della nostra colpa e pregarLo intimamente, che Egli voglia prenderSi cura di noi, che voglia aver versato il Suo Sangue anche per noi, e dobbiamo attendere credenti il Suo Perdono.

 

Il peso della nostra colpa cadrà dalle nostre spalle, rendendo così libera la via è libera verso la Luce; si apre ora la Porta all’eterna Beatitudine, Gesù Cristo Stesso ci accompagna nel Suo Regno, senza il Quale però nessuno potrà oltrepassare questa Porta.

 

Il Suo Nome è tutto, l’invocazione del Suo Nome nella profonda fede ci toglie ogni miseria, miseria che è la conseguenza del nostro peccato che grava ancora sul nostro essere.

 

Per questo Gesù è disceso sulla Terra , per toglierci questo grande peso del peccato; per questo è morto sulla Croce, per estinguere con ciò la grande colpa sotto la quale sospiriamo tutti noi, che viviamo sulla Terra; Gesù è morto per noi, ma noi dobbiamo voler far parte di coloro per i quali il Signore è morto.

 

Per questo motivo dobbiamo prendere la via verso la Croce, dobbiamo entrare in contatto con Gesù Cristo, il Quale ha terminato la Sua Via terrena sulla Croce.

 

Allora Egli continuerà a camminare con noi, ci guiderà nel Suo Regno che  ha promesso a tutti coloro che credono in Lui.