Nacque
una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se
lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio
nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che
scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti
segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché
chi non è contro di voi, è per voi».
Solitamente le dispute si scatenano quando c'è in ballo un interesse proprio. Qui i discepoli discutevano su chi fosse il più grande. Il loro intelletto faceva nascere in loro la questione, senza contare che agli occhi del Signore conta solo l'amore. Se poi l'autentico amore verso il Padre e i fratelli scaturisce dalla giusta umiltà, si riconosce da sé perché colui che si umilia è in grado di amare di più di chi si trastulla con i propri discorsi sapienzali.
L'umiltà genera Amore, l'Amore genera Luce e dalla Luce deriva la Sapienza. La vera sapienza, quella scaturita dal cuore che ha elaborato con amore i concetti del puro intelletto.
Se infatti, l'intelletto, che è l'occhio dell'anima, elaborasse i suoi ragionamenti senza farli vagliare dall'amore presente nel cuore, la sapienza che se scaturirebbe sarebbe solo vuota ed effimera.
Il bambino, preso ad
esempio dal Signore, ha poche richieste e non fa discorsi presuntuosi. Non
chiede altro di poter amare i genitori e di venir nutriti da loro. Se
avessimo le stesse necessità, non faremmo molta fatica a destare l'amore
che è in noi. Il bambino venne preso ad esempio anche perché i discepoli
facevano fatica a sopportare gli schiamazzi dei fanciulli, che vedevano
Gesù e Gli Si stringevano attorno.
Giovanni
prende la parola, dicendo di aver vietato ad uno, che non apparteneva alla
cerchia dei discepoli, di scacciare i demoni. Ecco un’altra conseguenza
dell’operare solo con l’intelletto. C’è la possibilità di creare
dei discorsi settari (“non ti
segue insieme con noi”).
Questo
uomo che scacciava i demoni, nel
nome di Gesù e non certo nel proprio, era il paralitico che Gesù
aveva guarito a Sichar, in Samaria. Anch’esso si chiamava Giovanni, e
Gesù lo aveva destinato proprio ai samaritani.
Possiamo
costatare come Gesù abbia scelto i dodici apostoli, uno caratterialmente
diverso dall’altro, proprio per coprire tutta l’infinita varietà
dell’intelletto umano e delle sue esigenze.
Chi è
per il Signore, non può essere contro i discepoli del Signore che lo
testimoniano con amore e non con l’intelletto. All’interno di questi,
non ci si può interrogare su “chi sia il più grande”. L’amore per
il Cristo è il più grande di tutti, e chi possiede questo amore si
riconosce piccolo ed incapace di grandi pensieri.