Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi
ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi
manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi
manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre
mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi
non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non
è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito,
lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà
ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
L’osservare è ben diverso dal conoscere. Possiamo ben dire di
conoscere quali sono i comandamenti che il Signore diede al popolo e ai
discepoli; questi stessi comandamenti, che vorrei chiamare consigli,
vengono dati a noi.
La legge è dura se ci viene data da altri; quante volte nella
nostra adolescenza abbiamo visto come duri gli insegnamenti dei nostri
genitori. Oggi però, dall’altra parte della barricata, li consideriamo
in modo diverso. Ecco che i comandamenti dei nostri genitori ci appaiono
oggi più come consigli che come una dura e opprimente legge.
Tutto sta nel far propria questa legge. Se la nostra propria
volontà si adegua più o meno facilmente alla volontà divina, ecco che
quest’ultima non appare più come un pesante macigno da portare sulle
nostre spalle, ma come un leggero giogo. Vedete, Giuda Iscariota non
riusciva a vincere se stesso; il proprio egoismo, la propria ambizione
avevano sempre la meglio su qualsiasi tentativo di ravvedersi. Il cammino
degli altri discepoli fu meno coronato di insuccessi rispetto a quello di
Giuda Iscariota, perché ci misero più volontà per riuscire a
migliorarsi.
Gesù non si manifesta al mondo, ma si manifesta a ciò che Gli
è simile; si può essere simile a Gesù solo ascoltando e mettendo in
opera ciò che la sua Dottrina consiglia. Ecco che chi opera come operava
il Cristo, Lo ama, e diventa dimora del Padre e del Figlio. Infatti il
Padre è l’Amore di Dio e il Figlio la Sua Sapienza, e come la Fiamma
(dell’Amore) è una cosa sola con la Luce (Sapienza) che da Essa emana,
così il Padre e il Figlio sono una cosa sola, e non ci può essere Padre
separato dal Figlio o viceversa, perché da ciascuna fiamma non la si può
separare la luce che da essa emana.
Se tu vuoi che Dio ti si manifesti, segui ciò che Gesù ti
consiglia per la salvezza della tua anima e per il buon funzionamento del
tuo corpo.
E allora verrà che lo Spirito santo, che procede sempre dal
Padre e dal Figlio (che sono una cosa sola, quindi alternativamente nel
Vangelo si dice che una volta lo manda il Padre, e un’altra volta è lo
Stesso Figlio che lo invierà) e che non ha forza e volontà propria, verrà
e risveglierà lo spirito di Dio in noi, quella scintilla divina che
abbiamo nel cuore dell’anima, e farà risplendere la sua luce propria
nella nostra anima così da illuminare tutto il nostro amore e il nostro
sapere.
Lo Spirito santo (che è la volontà di Dio) potrà essere
mandato solo quando il Cristo Si ricongiungerà con la Forza della Santità
di Dio, dopo la separazione da Quest’ultima dell’Amore (del Padre da
Cui deriva la Luce, vale a dire la Sapienza, il Verbo, il Figlio, proprio
come dal pensiero scaturisce la parola e non viceversa) per riparare
all’offesa di un’umanità così tanto peccatrice da non essere più in
grado da sola di ritornare alla casa paterna.
E anche a te che stai leggendo, a te che dici che ancora il
Signore non ti Si è mai manifestato, devi sapere che nessun uomo il
Signore l’ha mai lasciato senza un personale consiglio per più di un
anno.
Sta a noi riconoscere quindi le personali manifestazioni del
Signore nella nostra vita.