In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Nel Giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive
si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno. Certo, si parla
della generazione presente al tempo del Signore. Si parla anche però
della generazione incredula, e l’incredulità è ciò che maggiormente
caratterizza il nostro tempo.
Quanti e quali segni il Signore permette che si
verifichino per togliere dalla nostra anima da quel velo di morte
apparente che la avvolge! La Terra trema, l'economia crolla, i popoli si ribellano, il Papa non riesce più a fronteggiare il fronte avverso a Cristo in Vaticano e si dimette; ora siamo stati avvertiti che si siederà sulla cattedra di Pietro un impostore,
colui che cercherà di sminuire il valore della Celebrazione Eucaristica.
Naturalmente agli occhi di molti questi eventi
appaiono come qualcosa che è sempre successo nel corso degli anni, e
sempre succederà. E’ anche vero che i pazzi ci sono sempre stati, e
Giona poteva benissimo apparire come un pazzo agli occhi degli abitanti di
Ninive.
E invece essi credettero.
Gli abitanti di Ninive hanno creduto ad un uomo che, attraversando la città,
gridava: “Ancora 40 giorni e
Ninive sarà distrutta!”.
Non penso che Giona abbia avuto una grande
forza di persuasione; penso invece che gli abitanti di Ninive si siano
finalmente resi conto sul quanto fosse errata la loro concezione della
vita.
Noi, invece, non solo ci consoliamo del fatto
che questi avvenimenti siano così distanti da noi da non poter influire
sulla nostra quotidianità, ma addirittura continuiamo come se nulla
fosse.
Il
re di Ninive istituì un digiuno, e che ci si dovesse vestire di sacco.
Anche il Battista parlò di sacco e cenere, ma non ha detto proprio che
sacco e cenere sono cose indispensabili per fare vera penitenza, perché
nelle sue prediche esso ha parlato di queste cose in senso figurato,
volendo così significare il ravvedimento seriamente voluto dall’uomo
divenuto schiavo del peccato.
Anche
Semiramide, la regina del Sud, piegò il suo pensare alla sapienza di
Salomone, e noi, che abbiamo il Signore a nostra disposizione, non ci
degniamo nemmeno di darGli ascolto.
La
sua morte e resurrezione fu un grande segno per i sacerdoti del tempio e i
loro proseliti, e costituì un grande giudizio su di essi.
A
coloro che questi segni invece sanno riconoscerli molto bene, è dedicato
questo breve messaggio:
Non rattristarti per le vicende della vita, ma
lasciati andare nell’Onda Soave del Mio Amore.
Non temere ciò che può accadere, vedendo ciò
che accade nel mondo, non vivere nella paura, non cedere il passo alla
inquietudine, pensa che il Mio Sguardo non ti lascia, pensa che è sempre
su di te, anche i capelli del tuo capo sono contati, ogni pensiero è
conosciuto, ogni sentimento scrutato.
Questo dico ad ogni uomo perché rifletta bene su
ciò che fa e a come lo fa.