Gesù sceso dal monte e giunto presso i discepoli, li vide
circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro.
Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed
egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?».
Gli rispose uno della folla: «Maestro, ho portato da te mio figlio,
posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed
egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi
discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora in
risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con
voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo
portarono.
Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed
egli, caduto a terra, si rotolava spumando. Gesù interrogò il padre: «Da
quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall'infanzia; anzi,
spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se
tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu
puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose
ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito
immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non
vi rientrare più». E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E
il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «E' morto». Ma
Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi.
Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «Perché
noi non abbiamo potuto scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie
di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
I
Vangeli sono scritti in maniera molto sintetica, e molti dettagli,
sicuramente non importanti per la salvezza dell’uomo vengono trascurati.
Ora dopo
essere discesi dal monte, Gesù e gli apostoli salirono sulla barca e si diressero verso il golfo adiacente a quello ove si trovava il monte
della Trasfigurazione. Da quello che ho capito io, siamo ancora sulla
parte settentrionale del lago di Galilea e mentre il Monte si trovava ad
occidente del lago, questa località verso la quale la compagnia di Gesù
si dirigeva diretta era situata sulle rive orientali dello stesso lago.
Qui vi
era un villaggio dedito al commercio ove abitava gente benestante: diciamo
che era in una situazione analoga a Cafarnao, cittadina incredula nei
confronti del Signore. Questa cittadina era stata toccata anche da alcuni
discepoli del Signore quando furono mandati una volta per breve tempo,
circa due mesi prima, allo scopo di prepararne la popolazione alla visita
del Signore.
Per conseguenza là il Signore era in un
certo qual modo già conosciuto e di più ancora i discepoli, non tutti
chiaramente, i quali, come detto, avevano già avuto occasione di
intrattenersi là per vari giorni.
RiconosciutoLo,
il padre del ragazzo posseduto si avvicinò a Gesù, pregandolo di
guarirlo, visto che i discepoli di Gesù due mesi addietro, non ci erano
riusciti.
Una
frase sola, diretta ai discepoli interessati, deve aver raggelato per bene
le loro membra: “Oh generazione incredula!”
Il
rapporto, come si può ben vedere, si profila tra il Signore e il Padre
del posseduto. Colui che può leggere nel cuore di ogni uomo, pone
ugualmente delle domande al padre del posseduto, come per aprirgli una
luce, per fare chiarezza nel proprio cuore.
Che
il padre non credesse proprio fermamente, lo si può riconoscere dal fatto
che implora Gesù dicendo “Se tu
puoi..” e solo quando dal suo cuore sfocia un solido “Credo!” Gesù, prima che arrivi altra folla, intima allo spirito muto di
andarsene, e badate bene, di non tornare più; il posseduto era ancora un
fanciullo e fin da poco dopo la nascita soffriva di questa possessione.
Tutto potrebbe lasciar supporre che il
fanciullo possa essere stato uno strumento per la guarigione spirituale
del padre.
Ai discepoli resta però un dubbio;
nonostante avessero scacciato parecchi demoni, come mai questo non seppero
scacciarlo?
Come detto prima, ciò era avvenuto a
causa della loro incredulità. In secondo luogo, il posseduto deve fare
ogni sforzo per potersi liberare da ciò che, di immondo, è presente nel
proprio essere; preghiera e digiuno, da parte del posseduto, rendono meno
ostinata la presenza del demone; ora chiunque fosse armato, con presenza
di preghiera e digiuno da parte del posseduto, di ferma fede avrebbe potuto scacciare lo spirito.
Io mi sento di aggiungere anche che
sarebbero bastati la preghiera e il digiuno del padre del fanciullo.
Ognuno deve fare dapprima tutto quello che gli è possibile umanamente, di sua libera volontà, per distogliere gli occhi molto seriamente dalle attrattive e dagli allettamenti del mondo e così pure tutti gli altri sensi della carne, e diventare padrone delle brame mondane, tutto il resto poi lo farà il Signore stesso.
La volontà deve essere prima di tutto la molla che scatena il nostro cammino verso l'attuazione della Dottrina del Signore. Se noi non inizieremo in questa ricerca del Regno di Dio dentro di noi, il Signore non ci aiuterà nel diventare ciechi, sordi e muti nei nostri sensi fisici, e dovremo continuare a lottare con essi. Se noi invece avremo acquisito anche soltanto una mezza padronanza sui sensi della carne, allora ci donerà al più presto nell’intera padronanza sugli stessi.
Senza il Signore noi non possiamo mai attuare qualcosa di veramente meritevole per la vita della vostra anima. Ma il primo passo dobbiamo farlo noi.