Gesù disse ai suoi discepoli: «E' inevitabile che avvengano
scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E' meglio per lui che gli sia
messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto
che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se un
tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca
sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli
perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore
rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di sènapa, potreste dire a
questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi
ascolterebbe».
Qui sembrerebbe mancare più di un collegamento, ma in effetti vengono riportati in maniera molto concisa i discorsi che vennero fatti dopo un pranzo in casa di Simon Pietro.
Come dice il Signore è invitabile che gli scandali avvengano, ed è probabile che un adulto, con i suoi discorsi, possa scandalizzare un fanciullo.
Ma qui si fa riferimento solo a determinati scandali: guai a chi scandalizza i fanciulli con perfidia e deliberatamente! Nessuno ci imputerà a peccato se noi, senza volere o senza sapere, abbiamo scandalizzato qualcuno.
I fanciulli sono per forza di natura più miseri di cento mendicanti, perché essi sono poveri nello spirito, poveri di forze fisiche e poveri di proprietà. Gli scandali subiti da questi bambini rimangono impressi nella loro psiche e li deviano da una crescita permeata dall’amore e dalla pazienza dei loro genitori ed educatori.
Poco dopo scoppio un litigio fra pescatori, a causa di taluni permessi a pescare in determinate zone, e Pietro uscì per sedare gli animi. Ci si chiese il perché si debba perdonare lo stesso peccato più di una volta, visto che per lo stesso motivo si era ripreso per ben sette volte il pescatore in difetto.
Il fatto è che se il fratello si pente, noi abbiamo guadagnato un nuovo fratello, ma se non si pente, si procederà, come spiegato in altre parti, a convincerlo con l’aiuto di due-tre testimoni o addirittura davanti alla comunità.
I
discepoli si sentono come completamente annientati davanti
alla grandezza del Signore
che ha mostrato solo un poco
con le Sue parole, e di certo per con la massima facilità.
Essi vorrebbero che il Signore aumentasse la loro vista spirituale per la profonda comprensione
della Parola di Dio, per poter penetrare con il suo singolare aiuto là
dove ora rimane notte fonda per la loro capacità visiva.
Ma il Signore non può e non deve
intervenire con una tale forza nella loro vita, per non turbare la loro
libertà.
Ma avere questa “vista” non è così
difficile. La fede, è la normale vista del cuore non armata di ulteriori
strumenti. La fede però risvegli l’amore che il fuoco, il calore e la
luce, le quali tre cose ampliano, estendono, ingrandiscono sempre di più
ed infine sviluppano completamente tutto nell’unico Amore, come il
fuoco, il calore e la Luce del Sole lo fanno già naturalmente in modo
visibile ogni giorno davanti agli occhi di ognuno.
All’amore si associ la pazienza che è
il fertilizzante; poi l’umiltà che è la pioggia fertile; e la
mansuetudine, compassione, fedeltà e veridicità, che sono i buoni venti
che scacciano i temporali.
Ebbene, una volta che si sono afferrate con salda volontà queste cose nel cuore e si è agito di conseguenza, allora lo straordinario armamento di strumenti di vista dello spirito è compiuto in tutta pienezza, e per mezzo di tale armamento ciascuno dei discepoli potrà contemplare le interiori meraviglie della Parola del Signore, a cui ognuno è invitato e chiamato in eterno.