In
quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate
i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né
argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due
tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo
nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e
rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la
vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace
ritorni a voi.»
Il comandamento di risuscitare i
morti, qui in Matteo, va inteso principalmente nel senso di ridestare
nello spirito coloro che (appunto nello spirito) sono morti.
Il Signore, quando inviò i suoi
apostoli (e i suoi discepoli) nel mondo, disse loro di non possedere e
portare due vesti, e di non avere delle tasche cucite negli abiti per
riporvi ciò che poteva venire offerto loro; non dovevano neppure portare
dei bastoni per difendersi, poichè se avevano il Signore vivente presso
di Loro, erano comunque sufficientemente provvisti, tanto qui che
nell’aldilà.
Il discorso relativo al denaro
era stato enunciato apposta per Giuda perché, essendo attaccato ai soldi,
aveva già fatto un pensierino su quanto denaro avrebbe potuto guadagnare
chiedendo un compenso per ogni guarigione.
Ma veniamo a noi, ora e guardiamo alla nostra situazione.
Scrutiamo la situazione di oggi, e io mi pongo al primo posto e
chiediamoci: “Saremmo
contenti oggi noi testimoni di venir provvisti così miseramente, che
traffichiamo con ogni tipo di "rappresentanze" di Dio e che per
denaro compiamo opere apparentemente meritevoli dinanzi agli occhi di Dio,
nelle quali spesso non abbiamo neanche una scintilla di fede? Saremmo
soddisfatti di avere una veste senza tasche, noi che ci pavoneggiano in
vesti fregiate, e zelanti come siamo di abbagliare le persone con il
nostro splendore?”.
In
qualunque comunità, città o villaggio possa rappresentare, chiedete chi
là sia degno. Questa è una richiesta che va fatta al proprio io interiore, allo spirito che è nel cuore
dell’anima dell’uomo; solo esso può dare risposta su quale spirito
anima gli abitanti facenti parte di una comunità. E nel caso si trovasse
una persona degna, adatta ad ascoltare la Parola di dio e il Regno dei
Cieli che in essa è contenuto, bene; fermiamoci in questa casa e
elargiamo ciò che è in grado di contenere.
Ma chi non ci accoglie e ci risponde secondo una
propria sapienza mondana, da colui allontaniamoci con il nostro corpo e il
nostro pensiero, perché tale sapienza del mondo (polvere) non intacchi il
nostro progredire (i piedi sono indicati come mezzo per il progresso
spirituale) verso la casa del Padre. E ora via....andiamo.