Quando
gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di
Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal
vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti
di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso
stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un
profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del
quale sta scritto:
“Ecco, dinanzi a te mando il mio angelo,
davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni,
ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.
Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il
battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei
e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano
il disegno di Dio su di loro».
Gesù si trovava a Seba, un villaggio di pescatori situato alle
sponde del Mare di Galilea, in compagnia di persone che là dimoravano e
di coloro che Lo avevano seguito da altri luoghi.
Essi
si meravigliarono enormemente
di Giovanni Battista, chiedendosi come poté esso cadere in peccato, non
avendo seguito il Signore, pur avendoLo riconosciuto. La prigione per loro
era una giusta penitenza per il presunto peccato commesso.
Gesù
disse che, da Adamo fino ad oggi, un’anima più pura non ha mai dimorato
in un corpo.
Tutti
coloro che erano presenti erano a loro volta andati nel deserto di
Bethabara dove Giovanni predicava e battezzava. Ma, dai discorsi che
facevano, sembra quasi che il Battista non lo avessero compreso proprio
per niente.
Cosa
pensavano di trovare nel deserto di Bethabara (nel deserto della loro
anima)? Una canna che il vento (delle passioni) può far piegare ora da
una parte, ora dall’altra? Ma il Battista, che rappresenta la nostra
coscienza, non si piega ad alcuna delle nostre passioni. Oppure pensavano
di trovare un uomo avvolto in morbide vesti? Nel Battista, nella
coscienza, troviamo l’essenziale per le nostre scelte, mentre il
superfluo, possiamo trovarlo nel palazzo del re, vale a dire nel nostro
orgoglio, egoismo, e superbia!
Giovanni
è più di un profeta! Questi è colui del quale sta scritto: “Ecco, Io mando il Mio angelo (arcangelo Michele> spirito in
Elia> spirito in Giovanni Battista) davanti
a Te, il quale preparerà la Tua via davanti a Te!
Il più
piccolo, però, che allargherà il proprio cuore, per farvi entrare
l’umiltà, tanto necessaria al riconoscimento del Regno di Dio in mezzo
agli uomini, ecco, esso sarà più grande del Battista, e noi ora sappiamo
chi si cela dietro al Battista!
Giovanni
infatti testimonia che il Signore viene agli uomini quale uno specchio di
vera e necessaria umiltà dell’uomo, e in tale umiltà attesta di venire
in aiuto agli uomini nella loro debolezza, ma non nella loro presunta
forza, che ovviamente mai possiedono; e li battezza con acqua volendo
indicare che l’anima deve essere purificata con l’acqua dell’umiltà
e dell’abnegazione (poiché l’acqua è il più antico simbolo
dell’umiltà, in quanto qualunque cosa da essa si desideri essa la dà,
si presta a qualunque servizio e
dimora sempre nelle più basse località fuggendo le alture).
Colui che purifica l’anima con l’umiltà raggiunge la
verità e la riconosce come tale e, grazie a questa, viene reso
spiritualmente libero. E’ nella libertà di spirito, cioè nella
partecipazione dello spirito alla libertà, che consiste propriamente
l’entrata al regno di Dio.
Ecco che i farisei nella loro presunta sapienza non si
lasciano battezzare, perché essi pensano di non aver bisogno di far
penitenza. Ma chi confessa pentito i propri peccati , e fa penitenza nella
vera e viva umiltà del suo cuore, costui è più caro al Signore di 99
giusti che non hanno ancora mai avuto bisogno di penitenza.
Guardiamoci
dalla superbia, poiché nulla al mondo distrugge l’anima più della
superbia e dell’orgoglio continuamente sbuffante d’ira. Come può
dunque un uomo preservarsi da questa pessima fra le passioni, dato che in
ciascuna anima si trova innato il germe, il quale già nei fanciulli
raggiunge un grado considerevole di sviluppo? Ciò non è possibile
appunto che mediante l’umiltà!