Venne
a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi,
puoi guarirmi!».
Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio,
guarisci!». Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo
severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a
nessuno, ma va' -, presentati al sacerdote, e offri per la tua
purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto,
al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma
se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
La
guarigione del lebbroso avviene in Samaria, nei pressi di Sichar, pochi
giorni dopo il discorso delle beatitudini sul monte Garizim, e ancora
prima c’era stato l’incontro di Gesù al pozzo di Giacobbe con la
samaritana (Irhaele).
Il sacerdote al quale viene diretto il risanato, non è quindi sacerdote
in Gerusalemme o in Cafarnao, ma in Samaria.
Il
lebbroso, di nome Giovanni (è la stessa persona che, scacciando i demoni,
fu ammonito dall’apostolo Giovanni perché non era “dei loro”) visto Gesù, si alzò subito e si
avvicinò al Esso. Prima cosa….riconobbe Gesù (riconobbe l’amore del
Padre), una volta riconosciuto si alzò, subito. Non ebbe dubbi, non ebbe
remore. Si elevò dal suo stato "materiale" e si avvicinò a Gesù,
non curandosi del divieto di stare alla larga dalla gente. Chissà da
quanti anni non veniva toccato da qualcuno; tutti erano timorosi che,
avvicinandolo, potesse contagiarli della stessa malattia.
Oggi
siamo tutti lebbrosi spiritualmente….chi più chi meno. Se
aspettiamo di essere tutti puri non potremo mai, qui sulla terra,
avvicinarci al Signore. Ma Lui cerca i peccatori, poveri nello spirito per
arricchirli, per purificarli, per ridimensionarli, e solo allora essi Lo
sentiranno.
Il
lebbroso Lo sente, e con voce lamentevole esclama «O Signore, se Tu vuoi, puoi guarirmi
(mondarmi)!».
Se
tu vuoi….. se
noi sapessimo qual è la volontà del Signore, con intenzione di seguire
ciò che Esso vuole per il nostro bene, le nostre preghiere sarebbero
esaudite. Infatti ognuno, che
seriamente cerca, può e deve trovare.
La
chiamata è continua, ma pochi la sentono, la individuano fra le molte
sollecitazioni che continuamente hanno nella loro giornata. Il lebbroso di
sollecitazioni ne deve aver avute ben poche, estromesso da tutti e da
tutto.
Gesù
distende la mano… lo cerca! Che gioia…. “Lo voglio, guarisci”,
e da quel momento è un continuo lodare e glorificare Dio, la sua Potenza
e il suo Amore.
Gesù
lo ammonì di guardarsi per il momento di parlarne a chicchessia
tranne che al capo dei sacerdoti.
“Guardati
di dirlo a qualcuno”…..Gesù
gli dice di ringraziarlo nel segreto del suo cuore, e ciò sarà
sufficiente.
Il
lebbroso, Giovanni, non diede testimonianza solamente al sacerdote, ma la
sua vita fu una continua testimonianza, una lode al Signore. Questo Giovanni è quello stesso che più tardi a Damasco predicava
tanto proficuamente la Parola e il Suo Nome, così da convertire al
Signore in quella grande città
mondiale parecchie migliaia, ciò che indusse Saulo, che era ancora al
servizio dei farisei, a considerare necessario
di recarsi a Damasco, con una masnada di armati, per perseguitare anche là
nel modo più crudele i cristiani.
Ho
sentito, a questo proposito, una cosa molto saggia da un predicatore, una
volta: “Il
Signore gli disse di non dirlo a nessuno e lui lo raccontò a tutti”.
Oggi il Signore ci dice di raccontare di Lui a tutti e noi non lo diciamo
a nessuno.
Vorrei
dire che la disobbedienza di quel lebbroso guarito non è grave come la
nostra oggi.
Riconosciamo
il Signore nella nostra vita, alziamoci di scatto, senza remore dal
benessere sul quel ci siamo adagiati, ed avviciniamoci a Lui, pregandolo
che la nostra volontà sia conforme al Suo Ordine Divino.