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MESSAGGI DI GESU'

Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi.
1 Fil 2, 6-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

 

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù  ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre.
 

 

Cerchiamo di capire quale infinito Amore ha mosso il Signore a compiere per noi l’Opera di Redenzione.

 

Ciò che Gesù ha vissuto e sopportato sulla Terra, lo ha compiuto per Amore degli uomini che vedeva nella più grande miseria spirituale. Esso aveva già conoscenza, come Uomo, della grande colpa di peccato che opprimeva gli uomini e dell’impossibilità di uscire da questo stato di “non conoscenza” (tenebra, oscurità) senza un aiuto dall’alto.

 

Questa sapienza era la conseguenza della Sua Vita d’Amore, e a causa di questo Amore provava compassione dell’umanità e la voleva aiutare. Dio Stesso aveva riconosciuto questo Suo Amore e L’aveva inviato sulla Terra affinché Gesù Gli servisse da involucro.

L’anima di Gesù quindi è un’anima di Luce, che accetta l’incorporazione nel grembo della vergine Maria per mostrare la via verso il Regno e per redimere l’umanità, grazie all’unificazione con l'Amore, con il Padre.

 

Solamente a causa di questo nobile, fine si è compiuto il Suo cammino terreno: una via piena di miseria e sofferenza hanno via via spiritualizzato ogni sostanza immatura del corpo di Gesù tenendo testa alle brame e alle passioni che caratterizzano la vita terrena: “Io ho vinto il mondo!”, disse il Signore. Si era reso un degno Vaso per accogliere Dio Stesso, Che ora colmava totalmente e diveniva Una Cosa sola con Gesù.

 

La totale unificazione con il Padre, avvenuta al Battesimo al Giordano, decretava l’inizio della Sua missione: quella di portare la Luce agli uomini, di annunciare loro la Verità, di predicare il Vangelo dell’Amore e di essere loro d’esempio mostrando la Via che porta al Padre. Attraverso la sequela di Cristo, sequela che noi dobbiamo imitare, possiamo entrare nel Regno di Luce e della Beatitudine.

 

L’Uomo Gesù era “il Figlio”, nel Quale Dio aveva grande compiacenza; Gesù era rivolto al Padre con tutti i Suoi Sensi, con tutto il Suo Amore. Egli Si è chinato sull’umanità peccaminosa e nonostante ciò la Sua Anima cercava inesorabilmente il Suo Dio e Padre dall’Eternità. L’Amore di Gesù costrinse il Padre ad un ininterotto affluire in Lui, arrivando così all’Unificazione di Dio con l’Uomo; detto in altre parole, il “Divenire Uomo di Dio” poteva svolgersi all’interno dell’Ordine Divino, e quest'ultimo ha la sua base e fondamento nell'Amore.

 

Questa missione è stata portata a termine dal Figlio dell’Uomo, ma Dio Stesso era in quest’Uomo; Dio Stesso come l’eterno Amore ha compiuto l’Opera di Redenzione, perché soltanto l’Amore era capace di un tale Sacrificio, soltanto l’Amore poteva sopportare i tormenti della via della Croce e soltanto l’Amore poteva fornire la Forza per resistere pazientemente nella pienissima consapevolezza fino alla Sua morte.

 

Anche se l’Uomo Gesù sulla Croce ha esclamato le Parole: “Mio Dio, Mio Dio, perché Mi hai abbandonato”, questa esclamazione era soltanto una confessione del fatto che la Divinità in Lui non Lo spingeva alla Sua Azione; la Divinità, nei momenti in cui all’uomo Gesù era richiesta una personale decisione, Si ritirava. Gesù ha accettato nella totale libera volontà il Sacrificio per i Suoi prossimi, l’Amore in Sé Lo ha indotto all’esecuzione, ma non Lo ha vincolato nel Suo pensare ed agire.

 

L’Uomo Gesù ha preso tutto il peso del peccato dell’umanità sulle Sue Spalle ed è andato con questo sulla Croce. D’altra parte la “Divinità” non poteva soffrire e a questo motivo i dolori e le sofferenze dovevano essere portati da un’Anima capace di soffrire, un Uomo, il Cui corpo era sensibile al dolore, ed il Quale espiava la colpa che, a causa della Giustizia divina, aveva generato un abisso insormontabile tra Dio e l’umanità.

 

L’Uomo Gesù ha magnificato con la Sua morte il Padre e il Padre ha magnificato Lui, perché Dio ha eletto per l'eternita Gesù come Involucro visibile per Dio Stesso; il Padre è diventato in Gesù la Divinità visibile per tutti gli esseri creati che si rendono degni per la “Contemplazione di Dio”.

 

Finché rimaniamo sulla Terra, possiamo sempre ringraziare l’infinito Amore che ci ha aiutato reso liberi dalle vecchie catene mediante l’Opera di Redenzione. Ma potremo comprendere questo Atto di Misericordia nella sua totale profondità soltanto quando saremo entrati nel Regno di Luce, quando la Luce della conoscenza ci irradierà di nuovo come un tempo.

Solo allora potremo comprendere e partecipare all’Infinito Amore che ha fatto tutto per riconquistare i Suoi figli, che un tempo ha perduto a causa della caduta da Dio causata dalla nostra ribellione primordiale.