Gesù fu condotto
dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver
digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il
tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’
che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non
di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di
Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più
alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta
scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti
porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una
pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla
prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti
i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti
darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli
rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo,
adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e
lo servivano.
"Gesù
venne condotto dallo Spirito nel deserto";
questo equivale a dire: "Egli fu spinto dal massimo Amore,
proveniente da Se Stesso, nell'arido deserto mondano degli uomini".
Affronta quaranta giorni di penitenza, per noi e per coloro che di penitenza non ne vogliono fare. Il sacrificio è il mezzo necessario scelto da Gesù per liberarsi delle brame del corpo e vivere solo di Spirito. Gesù dovette, al pari di un qualsiasi altro uomo, acquistarSi la dignità di un Dio al prezzo di incessante esercizio e di gravi fatiche, e soltanto così poté poi unificarSi con lo Spirito di Dio. Questi quaranta giorni ci sono stati dati per farci capire il percorso che ognuno di noi deve fare per rifiutare il mondo e iniziare a vivere alimentando lo spirito in noi. Questi quaranta giorni ci sono stati dati per farci capire il percorso che ognuno di noi deve fare per rifiutare il mondo e iniziare a vivere alimentando lo spirito in noi.
Nessuno può arrivare a cose eccelse senza sacrificio. Si dice sempre che l’oro viene purificato nel crogiolo. Diceva Maria Teresa di Calcutta: “Decidersi ad essere santi costa assai. Rinunce, tentazioni, lotte, persecuzioni, sacrifici di ogni genere assediano l'anima risoluta. Si può amare Dio soltanto pagando di persona.”
Lo Spirito del Padre, presente nella Sua Pienezza nell’uomo Gesù, lo conduce nel deserto per quaranta giorni. Gesù è perfettamente d’accordo. L’oro non ha bisogno, come il piombo, di venire continuamente pulito per risplendere; lo si pulisce una volta e conserva la sua lucentezza per sempre. Una vite prospera e fruttifica nel più aspro terreno, i cardi e le spine invece si scelgono il terreno migliore. E se noi vogliamo essere i tralci di quell’Unica Vite, dobbiamo seguire Gesù nel deserto, dove l’essenzialità è all’ordine del giorno.
Dove si dice: "per essere tentato dal diavolo” non significa altro che questo eterno ed infinito Amore Stesso non esclude da Sé neppure chi è preda della massima abiezione, bensì si pone davanti a lui, affinché il maligno possa riconoscere che in Dio non può dimorare alcuna superbia, come questi riteneva erroneamente, bensì solo la massima Umiltà.
Che naturalmente non si tratti di Satana in persona è
dovuto al fatto che tutti gli spiriti primordiali ribelli sono stati
giudicati, e non hanno quella libertà di azione che gli ebrei di allora e
anche noi oggi crediamo possano avere i demoni. Gesù disse anche a Pietro “Vade retro Satana”; non per questo Pietro era Satana, ma con
satana si intende quella volontà materiale e mondana di voler perseguire
i propri interessi egoistici.
Quindi, in quei quaranta giorni, Gesù permise che si
potessero avvicinare alla Sua persona ogni specie di anime defunte e che
potessero presentarGli le loro richieste.
E verso la fine, gli si presentò un anima, come già detto
incarnatasi nell’antichità, simile come cattiveria, tanto per fare un
esempio a quella dell’anima del re babilonese Nabucodonosor,o NE
BOUCH KADNE ZCAR (“All'infuori di me, il re, non c'è altro dio”)
Per quanto riguarda il termine digiuno, va
detto che come Uomo in
questa circostanza Gesù visse del tutto sobriamente, e questo lo si
capisce da sé, dato che essendo un carpentiere non era certo mai stato un
crapulone. Quindi per digiuno si deve intendere digiuno dalle cose del
mondo, per poter meglio congiungere il corpo con il Suo Spirito.
Per Amore l'Uomo-Dio digiuna e permette che Lo colga la
gran fame, e in risposta alla prima tentazione, dimostra che il vero Amore
può benissimo sacrificarsi in caso di qualche grande necessità, perché
conta di più qualsiasi parola d'Amore, per la conservazione di tutti gli
esseri creati, che non il proprio saziarsi. Ecco perché anche nella
risposta è detto: "L'uomo non vive soltanto di pane, bensì
molto di più di ogni parola che esce dalla Bocca dell'Amore di Dio".
Chi può qui non riconoscere che lo Spirito di Dio abbia fatto il
possibile, nel modo più chiaro e afferrabile, per indicare al Suo
antagonista e ribelle la via del ritorno, dicendogli in Spirito: "Vedi, qui c'è posto anche per te, accetta l'Amore da Me, e lascia
andare il duro, pietroso pane del mondo, allora tu pure vivrai".
E sul pinnacolo del Tempio, non con il corpo ma solo in
Spirito: “Devi servire soltanto Dio e non tentarLo come, da uomo,
Lo hai tentato un tempo nel mondo”
E sulla cima del monte, dove lo spirito di questo re
cattivo promise di cedere tutti i regni sui quali egli un tempo aveva
avuto il dominio se Gesù gli avesse tributato una venerazione divina,
allora come risposta lo allontanò da Sè. Un simile uomo o spirito non merita anche più
niente di meglio che l’apage Satanas (Vade retro, Satana) – ossia
di non comparire mai più al cospetto
del Signore sotto quella forma.
Si può forse anche chiedersi: "Come si può applicare a noi questo episodio?". Basta che consideriamo un po' soltanto il deserto della nostra Vita: come Gesù Si lascia condurre dal Suo Amore paterno in questo nostro deserto, dove spesso deve digiunare molto a lungo, e dove viene da noi tentato, quali Suoi più duri oppositori, spesso più di tre volte al giorno, dove deve lungamente attendere, e spesso con ansia, nella massima indigenza e povertà, prima che gli spiriti del nostro cuore divengano degli angeli e comincino a servirLo.
Ognuno di noi rifletta seriamente sulle parole che in risposta alle tre tentazioni sono state rivolte a Satana, poiché ogni uomo è dapprima proprietà corporale di Satana fino al momento in cui egli diviene proprietà dell’Amore del Signore.
Però, affinché ognuno di noi possa divenirlo, il Signore appunto viene a ciascuno nel suo proprio deserto, per mezzo dello Spirito dell'Amore e Si lascia tentare da lui in tutti i campi, affinché con ciò egli possa riconoscere il Suo Amore infinito e la Sua sconfinata Umiltà. Però, chi persevera nella sua caparbietà e nel suo orgoglio come colui che Lo ha tentato nel deserto della Vita, qual meraviglia se alla fine egli dovrà ascoltare dalla Sua Bocca le parole: "Via da Me, o Satana!".
Questo teniamolo ben presente e ponderiamolo nei nostri cuori; allora avremo la vita per l'eternità tramite l'unico e lo stesso Spirito di Dio.