Gesù diceva alla folla mentre insegnava: «Guardatevi
dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle
piazze, avere i primi seggi nelle sinagòghe e i primi posti nei
banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe
preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel
tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi
gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i
discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel
tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro
superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che
aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Gesù indica al popolo di osservare ciò che gli scribi e i farisei
predicano loro, ma di non fare secondo le loro opere.
Essi
per lo più dicono di fare cose che sono buone e vere; essi stessi però
non fanno come vanno insegnando. Essi legano il popolo a dei pesi gravi e spesso insopportabili, e li mettono al
collo degli uomini, ma essi non li vogliono toccare nemmeno con un dito.
Tutte
le opere che sembrano essere buone, essi le fanno unicamente per essere
considerati dagli uomini quali servitori di Dio! Anche per questo essi
allargano le loro filatterie (foglietti d’annotazioni per coloro che,
per promuovere il proprio benessere, pagavano a caro prezzo delle lunghe
preghiere e dei sacrifici da offrire ai sacerdoti), e allungavano gli orli
delle loro vesti. (I grossi orli stavano ad indicare un rigoroso e
costante servizio di sacrificio e di preghiera, il quale però si
concretava per lo più nel semplice portare tali grandi orli che venivano
sempre più allungati).
Essi
amano i primi posti a mensa nei banchetti, come pure nelle scuole, e
desiderano riavere i saluti nel mercato, ed essere chiamati dagli uomini:
“Rabbi”.
L’arringa
fatta da Gesù è molto più ampia di quella descritta da Marco.
Parlando
al popolo, diceva: “se anche voi volete diventare ed essere Miei
discepoli, non dovete farvi chiamare così! Uno solo, infatti, è il
vostro vero Maestro, e questi sono Io; voi invece siete tra di voi tutti
fratelli e uguali.
D’ora
innanzi non dovete su questa Terra chiamare nessuno vostro padre nel senso
vero e pieno della parola, perché Uno solo è il vostro vero il Padre,
cioè l’Eterno che è nel Cielo!”
Quest’ultima
affermazione scatena l’ira dei farisei perché accusano Gesù di voler
abolire la legge mosaica che poneva l’obbligo di onorare il padre e la
madre.
La maggior condanna è motivata anche da questo fatto; i farisei fecero notare il “possibile” errore di Gesù agli occhi del popolo. Gesù prima di spiegare, accusa i farisei che quando Giovanni insegnava al popolo e lo esortava a fare penitenza, i farisei, per affermare il loro diritto mondano, fecero allora quello che di nuovo stavano facendo adesso, ma non fecero penitenza, anzi impedirono anche al popolo di farla con i loro discorsi ipocriti.
Pretendevano di essere dei dottori della Legge, e non conoscevano il divario tra le due parole del primitivo idioma ebraico, cioè Jeoua e Jeoutza! La prima significa “Padre”, e la seconda significa “generatore”! Ma se la cosa sta così e non altrimenti, chi, se non Loro stessi, aveva indotto nel più mostruoso errore il popolo?
Maggior
condanna quindi per il fatto di chiudere il Regno Dei Cieli agli uomini
che vorrebbero entrarvi. Maggior condanna perché divoravano le case delle
vedove e degli orfani col pretesto di fare lunghe e ferventi preghiere.
Una
spelonca di ladri insomma….
L'ultimo
avvenimento di questo capitolo ci mostra Gesù che fa una cosa molto
audace che solo Dio dovrebbe fare. Stava guardando in che modo le persone
donavano. Gesù notò che i ricchi davano molto. Loro erano grandi
donatori, il ricco dava generosamente, ma lui non
commentò questo. Guardò quella vedova, e lei diede due monete.
Paragonata
alla ricchezza di quel tempio la sua offerta non valeva nulla.
Ma
sapete cosa fece Gesù? Diede a quelle due monete più valore di quello
che aveva l'offerta di qualsiasi ricco. Sapete perché? Perché vide che
lei aveva data tutto, senza tenere nulla per sé. In quel dono c'erano
tutto il suo amore e la sua devozione. La sua fede era nel Dio che
proteggeva e benediceva le vedove, secondo quanto riportato da vari versetti
dell'antico testamento.
Certo
è difficile non paragonare questo episodio con il comportamento degli
scribi. Gesù misurò l'offerta non secondo l'entità ma secondo la
disposizione dell'animo. Egli voleva insegnare ai discepoli e a tutti noi
che se vogliamo dare dobbiamo farlo col cuore e non prendendo
quello che ci è superfluo.
Per prendere la nostra croce e seguirlo, sicuramente non basta rinunciare al superfluo.