Giovanni vide lo Spirito discendere su Gesù. |
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Mc 1, 7-11 | ||
Giovanni
proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono
degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho
battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Chi
è che vide lo Spirito discendere “come una colomba” e venire sopra
Gesù? Gesu Stesso? Certo che no! Giovanni
aveva visto egli stesso con i propri occhi il Suo Spirito posarsi sopra di
Lui e sopra di Lui restare, non come se quest’Uomo solo con tale mezzo
avesse ricevuto tale Spirito, ma l’apparizione avvenne soltanto per lui
stesso, dato che prima non Lo aveva riconosciuto. Cosa
voglio dire con questa affermazione? Abbiamo meditato venerdì
l’adorazione dei Magi e la loro ripartenza. Ora ci troviamo di fronte ad
un Gesù adulto e trentenne. Gesù
visse il periodo fino ai trent’anni precisamente come vive ogni ragazzo
ben educato, poi giovane e poi uomo. Soltanto per mezzo di una condotta di
vita conforme alla Legge di Mosè dovette risvegliare in Se Stesso la
Divinità (così come ogni uomo deve risvegliare il Signore in se stesso).
Gesù Stesso, così come qualsiasi altra retta persona, ha dovuto dapprima
incominciare a credere in un Dio, e ha dovuto poi anche avvincerLo sempre
di più con amore sempre più potente, con ogni immaginabile abnegazione,
e solo così a poco a poco renderSi la Divinità completamente soggetta.
Così Gesù, il Signore Stesso, fu un esempio vivente per ogni uomo, e così
ora qualunque uomo può dunque anche rivestirsi del Signore, proprio come
Gesù Stesso Si è rivestito della Divinità in Lui; e qualunque uomo
singolarmente può diventare completamente uno con Gesù Cristo, per amore
e per fede, altrettanto come Gesù, Uomo-Dio, in tutta la sconfinata
pienezza è perfettamente uno con la Divinità. Alla
domanda, quale relazione i miracoli del Bambino Gesù e la Sua attività
spirituale divina avessero con la Sua esistenza umana, in certo qual modo
isolata, nell’età di giovane e di uomo, e in quest’ultima età di
nuovo i miracoli in essa operati - se in questi anni Lo si debba pensare
solo come Uomo -, valga come risposta la vista di un albero dalla
primavera fino all’autunno. In primavera l’albero fiorisce meravigliosamente, e una grande attività lo domina. Dopo la caduta dei fiori, l’albero diventa di nuovo come se fosse inattivo. Ma verso l’autunno l’albero appare nuovamente nella sua massima attività: i frutti, quelli sicuramente meravigliosi, diventano saporiti, colorati - più belli che non prima i fiori - e dunque maturi, e la benedizione loro impartita si scioglie dai suoi legami, e come tale cade nel grembo del piccino affamato. Con
gli occhi del cuore si sarà in grado di capire questa immagine, mai però
con gli occhi dell’intelligenza mondana. I
punti interrogativi - senza accostarsi alla Divinità di Gesù, però
tenendo fissa questa nella fede del cuore, che è una luce dell’amore a
Dio - si lasciano chiarire facilissimamente, non appena scaturisca dal
cuore la chiarezza, che la totale unificazione della Pienezza della
Divinità con l’Uomo Gesù non è avvenuta di colpo, bensì, come tutto
sotto la direzione di Dio, solo a poco a poco, così come il graduale
ridestarsi dello Spirito divino nel cuore dell’uomo. E questa
unificazione è avvenuta completamente solo per mezzo della morte in Croce
- sebbene la Divinità già nel Bambino Gesù dimorasse già anche in
tutta la Sua pienezza, ma affiorasse ad operare miracoli solo in caso di
necessità. Lo
scopo sublime di questa Umanizzazione del Divino è quello di fornire un
esempio tangibile, imitabile da tutti, della possibilità offerta
all’uomo di perfezionarsi sempre più, superando le tentazioni che gli
rivelano le debolezze che incatenano il suo spirito. Gesù
Stesso dovette far fronte alle più forti tentazioni: Egli, a cui tutto
apparteneva, dovette vivere nella povertà per umiliare l’orgoglio; Egli
combatté la voglia di dominare obbedendo volenterosamente a uomini che al
Suo confronto erano un puro nulla; Egli vinse il desiderio delle donne con
il lavoro, con una parca alimentazione, con la preghiera e frequentando
uomini savi. Ritorniamo
al brano del Vangelo; lo Spirito di Dio si posò “come una colomba”
non significa che Esso si presentò a forma di colomba; significa
solamente che si posò dolcemente, per dimostrare l’umiltà del Signore. In
realtà lo Spirito si mostrò in forma di croce, che assomiglia
perfettamente ad una colomba con le ali aperte. Ricordiamo che solo alcuni
videro lo Spirito di Dio posarsi su Gesù; gli inviati dei farisei non
videro e non udirono nulla, e ritennerò degli imbroglioni chi riteneva di
aver assistito a tutto ciò. Rimangano
bene impresse queste parole nella nostra mente: solo ai più
piccoli e ai semplici il Signore si rivela; ai sapienti del mondo invece
rimane nascosto e velato. Come
il Suo digiuno nel deserto prefigurava la persecuzione di cui fu vittima a
Gerusalemme da parte del tempio, il battesimo di Giovanni prefigura la Sua
morte in croce; fra tre giorni lo sposalizio in Cana significherà la Sua
risurrezione, e il segno diventerà un modello della rinascita dello
spirito per la vita eterna. Solo
dopo questa azione del battesimo Giovanni racconto quello che aveva visto
ed udito, e affermò che il Battezzato, che già al Suo avvicinarsi egli
aveva annunciato come l’Agnello di Dio a lui rivelato, in tutta verità
è il Messia atteso da tutta Israele.
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