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Corpo e Sangue di Cristo.
Lc 9, 11b-17

 

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C'erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

 

Vi chiedo un attimo di pazienza, e di attenzione, prima di passare a parlare del Corpo e di Sangue di Cristo, dei quali oggi ricordiamo l’importanza attraverso questo brano del Vangelo.

 

Voglio catturare la vostra attenzione su due particolari (“voi stessi date loro da mangiare”, e “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”), ma prima di tutto, è necessario fare una premessa. Il popolo di Israele era soggetto ad una grande povertà . Molte persone soffrivano la fame ed erano sfruttate dai poteri forti, ossia dagli erodiani e dai farisei. Insieme al flagello della miseria materiale, il popolo camminava in una grande tenebra che causava all’anima un impoverimento spirituale; nessuno era in grado di dare un consiglio all’altro, ed in ogni caso colui al quel necessitava il consiglio e la luce non si sarebbe fidato della parola ricevuta.

 

Tutto ciò è evidenziato nei primi versetti del capitolo III di Isaia, dove viene detto:

 

 1Sì, ecco il Signore, il Signore degli eserciti,
toglie a Gerusalemme e a Giuda
ogni genere di risorsa,
ogni risorsa di pane
e ogni risorsa d’acqua,

 

In questo versetto si dice che verranno tolte agli ebrei (Gerusalemme) e a coloro che, grazie alla Dottrina di Cristo, verranno annessi alla stirpe ebraica (Giuda)  ogni amore e misericordia (risorsa di pane) e ogni Sapienza proveniente da Dio (ogni risorsa d’acqua).

 

Questa era la situazione prima della venuta di Cristo, e così sarà a breve prima della Seconda Venuta.

 

Che a causa della pigrizia degli uomini, derivante dalla loro oscurità, gli stessi saranno del tutto disorientati e privi di ogni aiuto, ciò lo manifesta fedelmente il profeta nei seguenti versetti;

 

2il prode e il guerriero,
il giudice e il profeta,
l’indovino e l’anziano,

3il comandante di cinquanta e il notabile,

il consigliere e il mago astuto

e l’esperto d’incantesimi.

 

I “prodi” sono coloro che sono pieni di fede e fiducia nel Signore, come a suo tempo lo fu Davide, e i “guerrieri” sono precisamente coloro che si lasciano pienamente entusiasmare dalla fede e dalla fiducia di un forte per essere vittoriosi in ogni tempo su tutti i nemici del buono e

del vero da Dio, per quanto numerosi possano essere.

 

Quando però presso gli uomini sarà manifestata la totale mancanza dell’acqua vivente dai Cieli e tutta l’umanità si troverà immersa nelle tenebre più fitte, chi sarà allora fra gli uomini un vero e giusto giudice? Chi avrà allora il dono di annunciare la verità? E se qualcuno lo avesse di per sé, chi gli crederà senza avere la capacità interiore di comprendere che le cose stanno così? Chi potrà annunciare il vero per i ciechi e sordi spiritualmente? E come sarà possibile che la tenebrosa umanità elegga a suo pastore un vero anziano perché dotato di eccellente sapienza?

 

Il peggio di tutto, però, è che contemporaneamente vengono tolti cinquanta capi! Chi sono costoro, e che cosa c’entra qui il numero cinquanta? Vi ricordo che Gesù in questo brano dice: “Fateli sedere in gruppi di cinquanta persone circa.”

Nell’antichità, una comunità di grandi dimensioni e perfettamente organizzata, se voleva essere ben provvista di tutto, doveva provvedere e istituire in tutto numericamente “cinquanta settori principali” per far fronte ai suoi bisogni vitali,a capo dei ciascuno dei quali era posto un amministratore e dirigente.

 

Si capisce che se al posto di un capo efficiente si pone un’incapace, o se a qualche settore manca totalmente di un amministratore, l’intera comunità comincerà ben presto ad andare male o addirittura non darà più alcun frutto.

 

Immaginate quindi come possano andare le cose quando alla comunità, a seguito della sua pigrizia e negligenza, si troverà alla fine priva di tutti i cinquanta capi. Precisamente come si trovava l’allora comunità degli ebrei, e come ci troveremo tra poco tempo anche noi, nella quale solo i ladri e i briganti posseggono ancora qualcosa ingrassandosi a spese dei poveri.

 

Ecco allora che ci possiamo ricollegare al brano del Vangelo di oggi. Gesù viene, e con il Suo Corpo e con il Suo Sangue, fa nuova ogni cosa. Spesso non può agire direttamente nelle persone che non hanno fede il Lui, e allora usa dei mezzi, i Suoi apostoli, di ieri e di oggi e dice: “Date voi stessi loro da mangiare!” Inizia, una volta ancora, ad essere elargita, ogni risorsa di pane e ogni risorsa di acqua, tornano ad essere attivi coloro che hanno piena fede nel Signore, coloro che vincono ogni battaglia spirituale nel Suo Nome, coloro che danno un giusto giudizio, e coloro che profetizzano il vero, e alla fine costituisce una nuova organizzazione delle persone a Lui fedeli, rifondando nuove piccole comunità che nel tempo si espanderanno, “facendoli sedere in gruppi di cinquanta persone”. Ad ognuno viene dato un compito, ciascuno ha il suo talento da far fruttare. L’uomo viene rivalutato grazie a Dio, gli viene ridata dignità, fiducia. E “Date voi stessi loro da mangiare”.

 

Al Principio fu  la Parola. La Parola è ciò che deliziava e delizia gli angeli del cielo, che loro percepivano come pensieri in essi, ciò da cui essi traevano forza e potenza. Gesù Stesso è il corpo diventato Parola, e il Sangue diventato Forza intrinseca nella Sua Parola. “Questo è il Mio Corpo, che viene dato per voi, questo è il Mio Sangue, che viene versato per voi”, perché solamente attraverso la Sua morte ha reso possibile il fatto di poter sentire la Sua Parola in noi, soltanto attraverso la Sua Morte sono state spezzate le catene che ci tenevano nell’oscurità.

 

Nell’Eucarestia Cristo si dona, Eucaristia mezzo per avvicinare l’uomo alla conoscenza della reale presenza di Dio nel cuore umano. E’ più comodo, è più facile credere che esista un Dio al di fuori di noi, che un Dio presente in noi. E Cristo spera che un giorno noi lo possiamo trovare dentro di noi. Come? Riuscendo a sentire la Sua Parola dentro di Noi. Anche il Battista gustò questa grande grazia: “Nell’anno decimoquinto la Parola discese su Giovanni”.

 

Gesù stesso ci dice: (Luz de Maria, 31 maggio 2013): “NON MASTICATE CONTINUAMENTE IN BOCCA LA MIA PAROLA, MA DIGERITELA; solo così la comprenderete nello spirito, nella coscienza, nella ragione, nell’intelletto e nella mentre nutriti attraverso la fede. “ 

 

La Dottrina di Cristo è il vero cibo e bevanda di Vita, il Verbo è dunque un vero Pane dai Cieli a nutrimento della vita degli uomini, e l’agire secondo la Dottrina è una vera bevanda di Vita, che attraverso il suo Spirito vivifica tutto l’uomo e lo illumina da parte a parte con la fiamma di fuoco dell’Amore, che divampa nel modo più luminoso.

 

Pane e Carne sono un’unica e stessa cosa, così come anche Vino e Sangue, e chi nella Parola di Cristo mangia il Pane dei Cieli, e mediante l’agire secondo la Parola, dunque con le opere del vero amore assolutamente disinteressato per Dio e per il prossimo, beve il Vino della Vita, costui mangia anche la Sua Carne e beve il Suo Sangue. Infatti, come il pane naturale, gustato dagli uomini, viene trasformato nell’uomo in carne, e il vino bevuto in sangue, così nell’anima dell’uomo anche il pane della Parola Divina viene trasformato in Carne, e il vino dell’azione d’amore in Sangue.

 

Con “Chi mangia la Mia Carne”, si vuole indicare che uno ha accolto la Parola non solo nella sua memoria e nella sua intelligenza cerebrale, ma anche contemporaneamente nel suo cuore, che è lo stomaco dell’anima; e lo stesso è anche per il vino dell’azione d’amore, che con ciò non è più vino, ma il Sangue della Vita. Poiché la memoria e l’intelligenza dell’uomo si rapportano al cuore quasi esattamente come la bocca allo stomaco naturale. Fino a quando il pane naturale si trova ancora nella bocca fra i denti, non è ancora carne, ma pane. Quando però esso, masticato, viene fatto scendere nello stomaco, e là viene miscelato dai succhi gastrici, esso nelle sue fini particelle nutritive è già carne, perché simile alla carne. E così è anche col vino, o anche con l’acqua, che la materia del vino contiene anche certamente in sé. Infatti senza l’acqua, che il terreno cela in sé per il nutrimento di tutte le piante e di tutti gli animali, la vita morirebbe. Fino a quando tu tieni il vino nella bocca, esso non diventa sangue; ma nello stomaco esso lo diventa molto presto.

 

Perciò chi ode la Parola di Cristo e la trattiene nella sua memoria, costui tiene il pane nella bocca dell’anima. Quando egli nell’intelligenza cerebrale comincia a riflettervi seriamente, allora mastica il pane con i denti dell’anima; infatti l’intelligenza cerebrale è per l’anima ciò che sono i denti nella bocca dell’uomo corporale.

 

Quando il Pane, o il Suo Corpo, dunque la Sua Dottrina, è masticata dall’intelligenza cerebrale, ovvero è capita e accolta come piena Verità, deve poi anche essere accolta nel cuore dall’amore per la Verità, e attraverso la ferma volontà diventare azione. Se accade questo, la Parola viene trasformata nella Carne e, mediante la seria e ferma volontà operosa, nel Sangue dell’anima, che qui è il Suo Stesso Spirito in essa, senza il quale l’anima sarebbe così morta, come un corpo senza sangue.

 

Ma la seria e ferma volontà d’azione assomiglia a una buona capacità digestiva dello stomaco corporale, con la quale l’intero corpo viene mantenuto sano e forte. Se invece la capacità digestiva dello stomaco è debole, l’intero corpo è già malato e debole, e deperisce anche con i cibi migliori e più puri.

 

 

La Sua Parola deve essere colta dagli affamati, la dobbiamo mangiare per dare nutrimento alla nostra anima affinché essa possa vivere, perché la Sua Parola cela in sé la Forza che dà la Vita. La Carne ed il Sangue fanno parte della Vita, e Gesù è morto per noi affinché noi abbiamo la Vita. Il Pane della Vita è la Sua Parola. Gesù Stesso è la Parola e la Parola è diventata Carne.